Il 2011 sarà ricordato come l'anno della “Primavera Araba” che con un processo a macchia d'olio ha visto il sollevarsi delle popolazioni al grido di libertà e giustizia. Il Mondo Occidentale colto impreparato ha, con una sospensione del giudizio, assistito all'evolversi dei fatti come spettatore passivo su uno schermo.
L'accaduto era prevedibile, poiché con le nuove tecnologie legate ad internet, tutto il mondo è divenuto fruibile e contaminabile:
tutto e tutti possono vedere e condividere i modelli storici.
L'anima nomade è sempre presente come eco indelebile nella mente soggettiva ed è quel senso di inadeguatezza che assale ogni qual volta si ha la sensazione di essere stretti in una morsa di sensi comuni che impongono gabbie a quel essere libero, nascosto nella nicchia più segreta dell'animo umano.
La nascita delle reti virtuali ha globalizzato il Sistema Terra e ne ha fatto una mega-struttura interconnessa, in cui una lieve variazione in un punto X di un sotto-sistema genera una mega-variazione in tutto il sistema universo (effetto farfalla):
questa grande capacità perturbativa implica una variabilità delle idee e dei comportamenti, come in un campo magnetico in cui si creano due poli, uno d'attrazione, l'altro d'espulsione. Nascono così i dualismi che generano le differenti ondate di opinioni e di comportamenti, pronte ad addensarsi e a diradarsi.
(manifestazioni in Egitto)
In questo 2011 appena nato, il mondo Arabo, il più tradizionalista delle Società storiche, contaminato dal modello informatico dell'Occidente, sta avviando un processo di condensazione.
La vera protagonista della ribellione è stata la rete che scardinando le logiche di potere ha introdotto una novità storica:
l'organizzazione spontanea di civili che si sentono coinvolti in prima persona nel richiedere libertà e giustizia!
Con biostoria è da oltre 20 anni che traccio le linee del mutamento mentale in atto, oltre che storico, parlando di dilatazione della coscienza, privata e collettiva, a sistema uno/tutto, in cui ogni evento assume una profondità e complessità ideativa e immaginativa multidimensionale:
Il mondo arabo, oggi, non può essere letto con l'occhiale cognitivo del semplice mussulmano.
Si certo il ragazzo, studente, sceso in piazza è mussulmano, ma è prima di tutto un ragazzo che rivendica gli stessi diritti e doveri di un giovane americano o europeo, cristiano o ebraico.
È un figlio della rete che smanettando sul suo PC, ha imparato ad essere libero dalle influenze pregiudizievoli di letture unidimensionali.
Quello che sta sfuggendo a molti è che le visioni catastrofiche di invasioni barbariche non sono attribuibili alle menti formatesi sulla logica della interconnessione multimediale.
Nei miei studi intorno all'occhio eco-biostorico, occhio di mosca, ho più volte sottolineato che è cambiato il paradigma cognitivo, per cui tutte le letture tradizionali intorno alle logiche nazionali ed economiche vengono meno. Di qui la distinzione tra uomo vecchio e uomo nuovo.
I giovani arabi scesi in piazza non sono menti vecchie che hanno sviluppato una linearità del pensiero, tipico di un sistema di lettura a libro, ma sono i figli della finestra storiografica che zooma la realtà in tanti campi e sotto-campi di osservazione e in punti e punti di vista. La libertà di movimento dell'occhio si traduce in libertà di pensiero e questa in crollo del pregiudizio.
I ragazzi del XXI secolo hanno una mobilità di occhio-mente che non è superficialità, ma abilità a mutare le angolazioni di lettura e a vedere le gabbie ideologiche, per questo fanno paura alle aristocrazie politiche ed economiche che cercano di tenerli ingabbiati nella precarietà lavorativa.
Stiamo assistendo, grazie alle stesse tecnologie informatiche, alla più grande forma di democratizzazione delle Società. Certo ci sono sacche di deriva, basti pensare alle forme di dipendenze che stanno imprigionando una parte di tanta bella gioventù, ma oggi c'è una consapevolezza nuova che rende trans-nazionali, trans-religiosi, trans-sessisti...
Oggi i giovani stanno sperimentando un nuovo modo di essere cittadino nel mondo, essi sono cittadini dell'umanità e della vita a 360°. Sono fortemente consapevoli che le logiche genitoriali, amministrative, economiche, politiche sono logiche vecchie, decrepite, pregiudizievoli, di qui la loro estraneità e di qui la paura della classe pre-internet che non vuole andare a casa per dedicarsi all'ozio, riconoscendo di essere mentalmente superata.
Come ho affermato nei miei scritti, l'organizzazione della mente ad apertura logica procede più celermente verso l'infinito, è una mente a crescita esponenziale, fortemente dinamica che crea le connessioni logiche a tempo 0. Un pensiero così veloce non può tenere il passo con uno lineare, lento e, cosa più grave, cieco, poiché non sa leggere il campo.
Nel articolo americano del 2005, mostrai come la mente lineare per procedere nella sua indagine sommativa di causa-effetto è cieca al campo, per cui esclude molta parte di realtà che diviene zona d'ombra, area dell'indifferenza. Si spiega così come sia potuto accadere che si facessero affari e trattati di amicizia con i tiranni e non si percepisse il grido di dolore delle popolazioni della sponda Sud del Mediterraneo. Popolazioni che di colpo prendono oggi visibilità, mettendo in forse i trattati stipulati.
L'occhio lineare tipico di una logica tayloristica non vede l'effetto della sua azione sul campo; non associa alla sua azione la risposta di evento e per questo poi nascono i disastri ecologici, le guerre, le povertà endemiche e le ricchezze smisurate. L'occhio uni-dimensionale è tirannico, impianta le gabbie ideologiche con le divisioni e le frontiere tra gli individui, paesi e religioni; crea i vuoti di spugna storica che sono funzionali alla sua egemonia; intesse i clientelismi che rendono schiave le menti; compra per pochi spiccioli le coscienze in vista di miraggi futuri. Un tale paradigma mentale crea la malattia storica, con la sofferenza ideativa, emozionale, operazionale; è un modo anti/umano, anti/storico che frena il sistema economico, rallenta i processi immaginative e rende il piano del futuro distante.
Oggi gli studi sul Tempo, sull'occhio, sulla fisica quantistica... stanno approfondendo l'idea del legame mente/campo come una prerogativa a sistema uno/tutto, in cui nessuna informazione è isolata e perduta, ma tutto si implementa creando le novità storiche. Se anche la società è letta come un sistema uno/tutto, allora le differenze etniche, ideologiche, politiche, culturali cadono e si è un unico sistema in grado di entrare in sincronia e generare l'esplosione delle idee, delle informazioni, delle tecnologie, delle metodologie e in tale complessità si è in grado di bloccare le povertà.
I giovani questo oggi hanno compreso ed è in ciò il significato del tam tam multi-mediatico che crea le manifestazioni di piazza. Gli stati è a tale novità che devono aprirsi se vogliono svolgere ancora un ruolo storico, a tali richieste devono rispondere e lo possono fare solo se si entra in una dimensione a occhio complesso di diritto universale, di giustizia mondiale, di solidarietà globale:
nella dialogica individuo/campo entra la dimensione del prendersi cura dell'altro, non più letto come nemico, ma come altra possibilità, altra facoltà, altra competenza che unite alla personali qualità si fanno ricchezza comune.
Il salto di paradigma è già in atto e i giovani questo lo sanno, sono loro il futuro del mondo e i veri custodi della Vita.
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