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linea di fuga verso il mare

lunedì 25 novembre 2019

Il Salto di Società - Dalla Società delle Macchine a quella dell'Informazione

Foto 1 (A. Pomodoro)

di Antonia Colamonico, epistemologa.

In L'Eco di Acquaviva, 22 Nov. 2019 - Rubrica: Lo sguardo eco-biostorico, p.6

La generazione nata prima del 1960 ha visto ben 2 Salti Epocali: 
  • Industriale, Informatico. 
Con un esercizio di “Palestra della Mente”, si potrebbe visualizzare ogni Società come una sfera che presenti una crepa, che ne incrini la sfericità. La crepa è un'apertura di Spazio che segna lo stato di crisi, con la perdita di coerenza e continuità. 

Dalla frattura, poi, si immagini che inizi a germogliare una nuova sfera (Foto 1), quale altra identità, che come per il germoglio di un seme, dia corpo ad una nuova realtà storico-sociale (struttura a utero-feto). Ogni salto è una nascita. 

Se si pensa alle Società come a “Organismi viventi” si possono leggere le “trame storiche” (foto 2) che aprono alle realtà nuove. Il leggerle, richiede uno sguardo eco-biostorico che sappia confrontarsi con lo “Spazio vuoto”, il futuro”


Foto 2 (M. Mastroleo 2011)

Personalmente ricordo, ad esempio, i traini e i cavalli che nelle albe estive si incamminavano, in fila, per raggiungere i campi; ma ben presto furono sostituiti con veicoli meccanici. Il passaggio segnò la fine dell'Era del Cavallo che sin dall'Alto Medioevo era stato simbolo del mando agricolo. Finì, così, l'Epoca delle carrozze e dei cavalieri, dei conti e delle baronie, dei servi e dei padroni.

Tutta la “rappresentazione” di tale Realtà si sciolse, come neve al sole, mostrando di colpo i suoi limiti concettuali, tanto che lo stesso Contadino iniziò a essere letto come un “fuori moda”. Il '68 fu il nodo di svolta con la contestazione giovanile, quando i figli, presi dall'era della macchina (la 500), non si riconobbero più negli stili di vita dei padri e pretesero l'accesso libero alle Università. 

Quando si pensa alla Rivoluzione Industriale la mente va alla macchina a vapore (Inghilterra fine '700) dei libri di storia, ma la vera “presa di coscienza” della morte della Società Rurale si ebbe solo nel II dopoguerra con la nascita del motore elettrico per la produzione di elettrodomestici (frigo, asciuga capelli, lavatrice...). La Società Industriale, solo in quel momento, divenne modello di vita per tutti e l'Italia IV potenza. Il benessere era così diffuso che si poté parlare di boom economico.

A ogni Salto di Società corrisponde un Salto di Conoscenza, come equilibrio tra lo spazio fisico-sociale, l'habitat, e quello psichico-mentale, il pensiero, infatti se i genitori avevano a stento la licenza di V elementare, i figli il diploma da perito e i più volenterosi la laurea. 

Tutta una “forza giovanile” preparata e motivata iniziava a immaginare lavori nuovi, metodologie nuove, stili di vita nuovi, con il boom dell'edilizia, il culto della villeggiatura, la coscienza del valore contrattuale del rapporto salario-ore di lavoro. Nacque così la passione per la politica con la consapevolezza dei diritti sindacale. 

L'apice di tale impegno sociale fu lo “Statuto dei Lavoratori” (1970)

Prima pagina
  • Mah! Come in ogni favola c'era una zona d'ombra! 
La medesima ricerca tecnologia che aveva innescato il “teke-off” delle produzioni, diede inizio al declino di tutto il paradigma industriale. La rottura della “sfera”, si ebbe per il “culto” dell'automazione. Il fine era buono, come lo fu quello industriale degli arbori, che aveva puntato ad alleggerire l'uomo dalla fatica del lavoro pesante. L'obiettivo era, questa volta, quello di alleggerire l'Umanità dal lavoro ripetitivo, per dare più spazio alla creatività, allo svago, al viaggio. 

Nacque tutta una letteratura (anni '90) che parlava di liberazione dell'uomo dal lavoro medesimo. Robot e microchip, lo avrebbero svincolato dalla scrivania, dal posto fisso, dalla monotonia del compilare registri, dai calcoli noiosi. Egli sarebbe diventato “Imprenditore di Sé”, in grado di spendersi in uno Spazio a Villaggio Globale. Alvin Toffler (Lo choc del Futuro, 1970) aveva lanciato l'allarme dei pericoli della nuova Era, isolando 2 nodi da sciogliere: 
  • 1. L'accelerazione tecnologica avrebbe potuto cogliere impreparata la stessa intelligenza, non attrezzata mentalmente a immaginare gli “spazi a reticolo” dei nuovi ordini informativi. 
  • 2. La variegata offerta di prodotti avrebbe potuto dare luogo a una“crisi da iperscelta” con forme di apatia cronica (rinuncia alla scelta) o di irrazionalità, da consumatore convulso. 
Occorreva per questo investire in cultura e istruzione per rafforzare la preparazione personale e l'autostima, in una Società sempre più veloce. Quello che Toffler non considerò è che all'accelerazione dei PC, il cervello umano, superate le iniziali difficoltà, si sarebbe adeguato, per poi divenire a sua volta più veloce; un esempio, le nonnine di 80 anni che smanettano sullo smartphone.


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Testata: Nuova Rubrica

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Evoluzione delle trame di Biostoria di Antonia Colamonico
Le carte biostoriche di Antonia Colamonico

I nidi cognitivi
informativi

... Ogni gemma-idea si annoda su una pregressa conoscenza, formando dei veri nidi cognitivi, funzionali al progresso scientifico-tecnologico-economico... dell'intera umanità, non essendoci in simile organizzazione naturale né frontiere, né confini ma esili filamenti gemmati come rami di pesco .... (A. Colamonico. Lo sguardo e la mente di Carmelo Colamonico.© 12 Maggio 2013)

Leggere la Complessità: Eco-Biostoria, scienza e metodo dello sguardo multiproiettivo


di Antonia ColamonicoEpistemologa di Biostoria

In L'Eco di Acquaviva, 15 Nov. 2019 - Rubrica: Lo sguardo eco-biostorico, p. 6

Antonia Colamonico
epistemologa di Biostoria

Con questo primo articolo, inizia la mia collaborazione con L'Eco di Acquaviva

Ho accolto con gioia l'invito del direttore, Gino Maiulli che ringrazio, di cooperare con il settimanale per analizzare con lo sguardo eco-biostorico l'innovazione dell'Era Digitale

Lo studio del Salto di Paradigma dal Sistema Industriale a quello Informatico, da parte mia, è iniziato a metà anni '80, quando per motivi didattici mi sono confrontata con il primo “elaboratore elettronico”, presso l'IPSIA Chiarulli. Istituto selezionato, insieme a quello di Monza, per la sperimentazione della figura professionale di Addetto alla Manutenzione degli Elaboratori Elettronici (AMEE).

Fu per la scuola una grande opportunità di rilettura degli insegnamenti-metodologie intorno al nuovo modo di interfacciarsi con la Conoscenza. In quel periodo nulla di quello che oggi è la Realtà Virtuale era ancora emerso, si era come di fronte ad una pagina bianca. 

Il punto di partenza, nella riflessione sulla sperimentazione con i presidi P. Milella, V. Mastrovito e i colleghi, in particolar modo G. Laterza e e P. Cice, fu lo studio delle possibili ricadute storiche della nuova tecnologia, legata al microprocessore. 



Foto 1: Finestra storica, in Fatto tempo spazio (Oppi, 1993), p.22


Personalmente nell'impostazione del programma di Storia e Italiano compresi che occorrevano nuovi occhiali per inquadrare i fatti, in relazione non solo al passato-presente (campo di lettura tradizionale), ma soprattutto al presente-futuro; per questo aprii (foto 1) la I “finestra storica” (Fatto, tempo, spazio Premesse per una didattica sistemica della storia. Oppi, Milano 1993), con cui era superato l'approccio lineare-sequenziale nell'organizzazione storiografica, attraverso l'organizzazione a nodi-maglie-reti (oggi rete virtuale). 

Essendo una pedagogista, la mia ricerca fu indirizzata da un lato alle discipline d'insegnamento e dall'altro alle “geografie mentali” degli alunni. 

Qui vorrei aprire uno spazio di riflessione su un errore politico quando, a partire dal '92, si paragonò la Scuola a un'Azienda.

 Le logiche di gestione di Impresa sono differenti da quelle di Classe scolastica; la prima guarda soprattutto a oggetti, utili, efficienza, mercato; mentre la seconda alla Persona con le difficoltà di apprendimento, le carenze di preparazione e gli stati di benessere/malessere. Nell'Azienda il “fattore Tempo” è il parametro su cui misurare l'efficienza nelle produzioni; al contrario nell'insegnamento è la “perdita del Tempo” per rendere chiara, a tutti, un'acquisizione:

  • Non avere fretta è il segreto per non creare gli “scarti” di umanità! 

Ogni alunno ha una sua forma mente con un particolarissimo rapporto con lo spazio-tempo interiore ed esteriore che lo rende un “unicum” per sempre e, mentre le Imprese puntano alla standardizzazione del prodotto, la Scuola alla realizzazione dell'attore storico che introdurrà con la sua genialità (i famosi talenti), i fattori di novità. 

Aver voluto conformare lo studente ai bisogni aziendali si è rivelata una stoltezza storica, poiché l'accelerazione tecnologica rende subito vecchie le modalità produttive e di riflesso le conoscenze. Importante è, invece, creare gli “spazi mentali” da cui nasceranno le soluzioni tecnologiche. 

Si può comprendere come il vero “bene” di una Società non è nelle cose materiali, ma nelle intelligenze che dovranno immaginare tali realtà. E qui si potrebbe aprire un ulteriore spazio di riflessione sul “vuoto storico” a seguito della migrazione giovanile, in una Società liquida, globalizzata.

Procedendo con ordine, il confronto con la realtà microelettronica lacerò in noi, che per primi ci misurammo con la nuova tecnologia, le carte mentali del modo di osservare al Sapere. Emerse la nostra immensa ignoranza e da questa cecità occorreva partire, per rappresentare quel nuovo che viaggiava al tempo del “nanosecondo”. 



Foto 2: Le biforcazioni eco-biostoriche, in Sito: Il Piglio Eco-biostorico.
L'Osservatore dà il verso al Futuro. © Antonia Colamonico, 20 novembre 2013


Si era di fronte ad un Salto Epocale, simile come portata a quello Neolitico, quando con l'introduzione dell'agricoltura si ebbe il passaggio da vita nomade a vita sedentaria. 

Un salto epocale si differenzia da uno generazionale; questo è legato al cambio di prospettiva tra giovani e vecchi, in media ogni 25-30 anni, quando i padri lasciano il posto ai figli; mentre quello epocale è una metamorfosi, radicale. 

Variano non solo i soggetti storici con le modalità, ma i paradigmi mentali con gli orizzonti stessi con cui si pensa ai fatti. Volendo sintetizzare in una mappa (foto 2) si può parlare di 4 grandi salti epocali nel corso di tutta l'Umanità: 

  • Società di Raccolta, Agricola, Industriale, Informatica. 

Quattro macro-periodi che hanno, ogni volta, strappato il volto della Realtà. 

Uno degli aspetti più importanti dello sguardo eco-biostorico che verrà descritto in questa collaborazione editoriale è nell'aver organizzato la lettura della Realtà e del Pensiero come una sola forma topologica, a dentro/fuori; dove, i due, si rincorrono, intricandosi e moltiplicandosi, vicendevolmente (Complessità). (foto 3)



Foto 3: La Complessità, in Sito: Le Carte biostoriche - La geografia della mente
 La mente e lo Sguardo di C. Colamonico. 4 Maggio 2013.

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Testata: Nuova Rubrica


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Evoluzione delle trame di Biostoria di Antonia Colamonico
Le carte biostoriche di Antonia Colamonico

I nidi cognitivi
informativi

... Ogni gemma-idea si annoda su una pregressa conoscenza, formando dei veri nidi cognitivi, funzionali al progresso scientifico-tecnologico-economico... dell'intera umanità, non essendoci in simile organizzazione naturale né frontiere, né confini ma esili filamenti gemmati come rami di pesco .... (A. Colamonico. Lo sguardo e la mente di Carmelo Colamonico.© 12 Maggio 2013)




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