Lo spettacolo a “luci rosse” che stanno offrendo i TG italiani e le varie trasmissioni di opinione, si presenta come il “vaso di pandora”, in quanto si è tolto il coperchio a tutto quel perbenismo di facciata che fa da cerniera ad una logica fortemente maschilista, spiccatamente italiana, nata negli anni '60 dietro al boom edilizio che fece del “mattone” il simbolo sia della ripresa economica e sia, di contro, del malaffare italiano, poi esportato nel mondo.
Sono gli anni in cui Alberto Sordi portò sullo schermo la maschera dell'Italiano medio; medio in tutto e per tutto:
Media cultura, media onestà, media fedeltà coniugale, media responsabilità genitoriale, media coerenza alla parola data.
Sono questi gli anni in cui si costruì il mito del maschio italiano, molto apprezzato dalle giovani orde di nordiche che scendevano in riviera romagnola, donandosi a grandi libagioni con sbarbatelli playboy che si facevano usare come torelli da monta: sono gli anni delle prime discoteche; della famosa Una rotonda sul mare; delle corse in automobile decappottabile, come nel famoso film “il sorpasso” con Vittorio Gassman.
Tutta una generazione di maschietti, oggi più che sessantenni, si educò su tali principi che vedevano nell'inganno e nella spacconata una forma di bellezza etica, oltre che estetica.
Certo in quegli stessi anni ci furono maschi che presero le distanze da tali comportamenti, ad esempio un Borsellino o un Falcone. Essi si fecero i portabandiera di un mondo maschile colto, laborioso e rispettoso della dignità della vita, modo fortemente messo alla berlina da tutta quell'impalcatura di “uomini dritti” che riuscirono a zittirli.
Ma il tempo nel suo procedere inesorabile verso i piani nuovi di futuro, mette in crisi ogni forma mentale e sociale, stereotipata.
È la categoria tempo che svela gli inganni e le stupidaggini storiche che si realizzano ogni qualvolta le scelte nascono da una vista corta che apre all'immediato e non al sogno universale. Cosa è rimasto di tanto mito?
Le nordiche hanno iniziato ad essere stanche dei piccoli uomini e a disertare le spiagge italiane in virtù di un gusto eco-sistemico che apre alle oasi di pace degli oceani.
Il boom economico è il pallido ricordo di un tempo che fu, in cui l'accesso al mondo del lavoro era dietro l'angolo di casa e non erano richiesti grandi saperi.
La media cultura si è rivelata una gabbia di grande ignoranza che ha portato le università italiane agli ultimi posti delle società moderne.
La media onestà si è trasformata in tangentopoli con le sue varie trame e derive che hanno reso l'economia e la politica italiana schiave delle logiche clientelari di piccoli boss.
L'infedeltà coniugale ha dato luogo alla crisi della famiglia tradizionale, con il dilagare delle separazioni e dei divorzi che mostrano come all'inganno non si risponda più con il perdono unidirezionale; tanto che si sta assistendo alle nascite assistite in cui non è più richiesta la figura paterna o materna.
L'assenteismo genitoriale ha reso la nuova generazione priva del modello adulto, tanto che molti giovani privi di un esempio positivo hanno finito con l'incanalarsi nella deriva di sé, incapaci di uscire dalla fase adolescenziale.
L'incoerenza sistematica sulla parola data sta portando al dilagare del relativismo storico in cui non si sa più cosa sia il giusto e l'ingiusto, cosa sia essere fedeli al compito che va portato sino al compimento, per poi aprirsi al nuovo come impegno storico che rende la vita degna di essere tramandata.
Lo spettacolo pietoso che i bambini italiani stanno vivendo da spettatori inermi è quello di tutta una classe adulta che ha smarrito il senno:
del resto come spiegare, se i fatti saranno dimostrati, se non con la follia!
Tuttavia ogni storia ha in sé una morale e da tutto questo “casino” di nome e di fatto, sta emergendo il tramonto del mito di maschio italiano, dello stereotipo di un'epoca in cui il bello è stato identificato con la sopraffazione, con l'abusivismo, con l'inganno.
Ma ogni tramonto apre all'alba nuova:
Che sia tutto questo degrado che affiora una bella scarica di adrenalina alle coscienze e faccia assumere una posizione chiara, netta, decisa da poter dire basta, io non ci sto più! Voglio un mondo ossigenato, un futuro più vivibile per me e per i miei nipoti e pronipoti. Voglio seppellire definitivamente queste logiche necrofile e aprire le porte del nuovo millennio alla Società della Conoscenza che si fa Etica della Vita!
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