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linea di fuga verso il mare

venerdì 6 dicembre 2019

La Società della Conoscenza: L'Uomo “bussola cognitiva” nella costruzione di Realtà




(La Società della Conoscenza: L'Uomo bussola cognitiva)

 di Antonia Colamonico, epistemologa.

In L'Eco di Acquaviva, 6 Dic. 2019 - Rubrica: Lo sguardo eco-biostorico, p.6


La bussola per chi naviga, è uno strumento di grandissima utilità, permette l'orientamento in uno spazio aperto come il mare. Quando non esisteva, si viaggiava seguendo la linea delle coste, di giorno; la volta stellata, di notte. 

Da sempre l'uomo è stato affascinato dal cielo. Le prime carte di navigazione erano carte stellari. La geometria euclidea è nata in tale Epoca, per costruire le rotte e calcolare le distanze con le angolazioni per gli approdi. 

Dante parla di “Cielo della stelle fisse” per indicare il Paradiso. Il fisso, era perché punti fermi per segnare le rotte, con l'approdo, nei porti sicuri. Ma quando le nuvole coprivano le stelle, la nave era costretta a fermarsi. 

Foto 1- Il Pensiero multi-proiettivo, in Oltre la Complessità: 
Il paradigma Eco-Biostorico, 2014

Con la bussola (1180 d. C.) si iniziò a veleggiare a mare aperto anche di giorno. Alle carte stellari, subentrarono le carte nautiche. Il pregio della bussola è nell'
ago magnetico che punta sempre a Nord, per cui è facile, con un sistema di parallele e meridiani, trovare il punto-nodo di posizione e la rotta

Lo Spazio fisico e lo Spazio mentale con la bussola si sono aperti e l'Uomo, come da una “finestra”, ha iniziato a intravedere i nuovi mondi (scoperte geografiche) e nuovi saperi (scoperte scientifiche). Tali “aperture di orizzonti” (Foto 1) hanno accresciuto il saper leggere, il saper pensare e il saper fare (relazione occhio-mente-mano), amplificando gli “sguardi di Realtà” sino al limite dell'ignoto (foto in alto). 

Quella che si definisce Realtà, con lo sguardo eco-biostorico, è lo Spazio conosciuto che si distingue da uno non conosciuto, lo Spazio Vuoto. Esiste, questo, ma non ha un significato; si pensi al libro privo di parole, di sole pagine bianche. Lo Spazio conosciuto è il luogo “sperimentato”: ha un nome, un significato, una storia. Si può parlare, ad esempio, di “pescosità del mare Adriatico”, solo perché è un'area che ha una collocazione geografica, un nome, una ricca storia di pescatori. 

(Prima pagina)
Tutta la Conoscenza è tale Realtà narrata che rende sicure le azioni. Per comprenderne il valore storico, necessita ritornare all'immagine di bussola nautica: l'ago segna sempre il Nord, perché è attratto dal “campo magnetico” che lo riconduce a sé

Per la bussola cognitiva (i processi mentali) il campo magnetico è la Conoscenza, quale bagaglio informativo che rende noti i processi fattuali; ad esempio lo studente per recarsi a scuola, sa la via che lo farà giungere in aula. L'ago è la “capacità decisionale” che punta al bene

Nella costruzione di Realtà il fine per cui s'indaga è il bene. L'osservare, l'ideare, il fare hanno come obiettivo finale la riuscita che è il valore di: ben-visto, ben-immaginato, ben-fatto. Il bene non è parola antiquata che sa di Chiesa, ma qualcosa di molto concreto e profondo, insieme. Solo puntando ad esso si potrà parlare di “riuscita storica”, in ogni campo dalla politica, all'economia; dalla tecnologia alla finanza; dalla famiglia, alla Società. 

Dante lo aveva compreso, quando organizzò la Commedia (divina) intorno a tale “verità”: Il Bene muove tutte le cose. Egli costruì una pluralità di personaggi che agendo con una molteplicità di sfaccettature, hanno dato forma a tante bontà (processo moltiplicativo) e, infine, pose a “Sommo Bene” Dio: “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza” (Inferno c. XXXI, vv 119-120). 
  • Se ogni lettura ha l'ago magnetico che punta al bene, allora come nasce il male? 

Dall'ignoranza, come incapacità a indirizzare lo sguardo-azione al naturale verso della Storia-Bios (Vita). Il vero ignorante è chi non ha compreso la trama storica della Vita
(La rubrica p. 6)
Compito della Scuola non è educare ai bisogni dell'economia, ma all'essere bussole di verità

Oggi si è in “vicolo cieco”, per eccesso d'informazione, sovrabbondanza di saperi che si contrappongono in un bombardato mediatico da schizofrenia. Si pensi alle “fake news” che rendono vero il falso e falso il vero, tanto da non saper più in cosa credere. Il disorientamento crea sofferenza cognitiva, che si traduce nei disagi emotivi, relazionali, lavorativi, depressivi. 

Per uscire da tale trappola, occorre fare un salto di qualità, liberarsi dai luoghi comuni di un sapere confezionato (prêt-à-porter) di frasi fatte in serie, per leggere tra i righi, per scoprire le trame, celate nei Fatti. La chiarezza di lettura emerge solo quando si sa scandagliare in profondità. Oggi solo uno sguardo che sappia porre una distanza tra sé e la massa di informazioni, può far affiorare il Vero

Occorre osservare come la “lente d'ingrandimento” che mostra la trama sottile, per: 

1. distinguere e scartare il falso, l'inutile, l'illusorio
2. dialogare con la Coscienza (l'eco-memoria) che rende radicati ai piani di passato e di futuro; 
3. ritrovare il verso della giustizia per agire di conseguenza. 

In sintesi occorre riappropriarsi della privata capacità logico-decisionale, ponendo un filtro-barriera alle manipolazioni mediatiche di mode, sempre più egemoniche e discriminanti.

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    Testata: Nuova Rubrica

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    Evoluzione delle trame di Biostoria di Antonia Colamonico
    Le carte biostoriche di Antonia Colamonico

    I nidi cognitivi
    informativi

    ... Ogni gemma-idea si annoda su una pregressa conoscenza, formando dei veri nidi cognitivi, funzionali al progresso scientifico-tecnologico-economico... dell'intera umanità, non essendoci in simile organizzazione naturale né frontiere, né confini ma esili filamenti gemmati come rami di pesco .... (A. Colamonico. Lo sguardo e la mente di Carmelo Colamonico.© 12 Maggio 2013)

    domenica 1 dicembre 2019

    L'Informazione bene economico - Dall'economica di Mercato all'economia di Tempo


    (A. Colamonico, Il piglio eco-biostorico © 2013)  

    di Antonia Colamonico, epistemologa.

    In L'Eco di Acquaviva, 29 Nov 2019 - Rubrica: Lo sguardo eco-biostorico, p.6


    Si parla molto di Uomo Tecnologico, ma riflettendo la tecnologia è solo la “cornice” delle produzioni umane, mentre il “quadro” è il Pensiero

    Ogni Epoca ha avuto la sua tecnologia, ma il sapere fare è la Costruzione del Pensiero, quale “nucleo” centrale di ogni attività. Per capire come si aprano gli spazi immaginativi da cui “germogliano” le idee e le azione, occorre ragionare sul legame occhio-mente-mano (foto 1) che mette in contatto ogni uomo con il campo-Habitat

    (Foto 1 - A. Colamonico, Biostoria, p. 72. Il Filo, Bari. 1998)

    Il processo di Conoscenza è scritto nella Vita, ogni nuovo nato (neonato) per vivere dovrà imparare a “essere abitante”, interagendo con lo Spazio che lo accoglie (relazione Uomo-Habitat). La forma iniziale del Pensiero è simile a un seme che ha in sé l'informazione dell'albero futuro. Come il seme ha bisogno della terra per germogliare, così il neonato ha bisogno dell'habitat-casa, per iniziare a sviluppare le capacità fisico-mentali, imparando a relazionarsi con la madre, con la culla... 

    In tali “azioni dell'imparare”, inizia a tessere la relazione occhio-mente-mano, dialogando su 3 livelli logici - 1. l'Osservazione, 2. l'elaborazione, 3. la Manipolazione - per ricavare informazioni da investire in Futuro. Con l'occhio, infatti egli isola “qualcosa”, che, poi, il cervello-mente proverà ad elaborare, chiamare... per scoprire cosa sia e cosa farne. Con la mano, infine, riuscirà a trasformare l'appreso in qualcos'altro. 

    (Artico, p. 6)
    Tali “connessioni” sono le basi eco-biostoriche per compiere ogni azione, dalle più semplici, portare un cucchiaio alla bocca, alle più elaborate, costruire un elicottero lego. L'azione fatta-bene con effetto di ritorno dà un senso di benessere. Per agire ed essere felici quindi occorre avere uno sguardo, una mente, una mano “allenati” a vedere, a ideare, a realizzare. 

    Si pensi ad esempio ad uno scolaro che abbia da svolgere un compito: disegnare e colorare una foglia. Egli in una scatola di colori dovrà saper isolare quello verde; inoltre il cervello immaginare la forma della foglia e la mano saperla disegnare sul foglio. In sintesi per trasformare il verde del colore in foglia sul quaderno, il bimbo dovrà attivare lo sguardo, il pensiero e la capacità operativa e più sarà stato diligente e più sarà soddisfatto (autostima). 

    Da docente, ho compreso che non esistono ragazzi svogliati. Il disimpegno è solo una forma di sfiducia che cela una difficoltà. Socrate sapeva molto bene questo e parlava di sé come un'ostetrica. Il docente, ma soprattutto i genitori, dovrebbero imparare “l'arte della levatrice”; saper far nascere nel ragazzo, da un groviglio di incertezze, quel guizzo-luce di consapevolezza, che apra il suo sguardo alla bellezza dell'Essere Abitante della Vita

    (Copertina edizione 1998)
    Ritornando al discorso iniziale; l'occhio, la mente, la mano insieme collaborano per la riuscita d'azione (Biostoria Verso la formulazione di una scienza nuova Campi, metodi, prospettive. Il Filo, Bari 1998). 

    Nei 3 passaggi (vedere, elaborare, operare) si generano dei movimenti nello Spazio, le proiezioni, (foto in alto) e sono queste a creare la spaziatura del Pensiero che, altrimenti, resterebbe fermo alla dimensione di “seme”. 

    La spaziatura, permette la lettura dell'habitat che assume Complessità in relazione alla topologia di Pensiero; ogni lettura è una raccolta di informazioni. Più la mente è attrezzata e più ricco è il raccolto, spendibile in Futuro

    L'evoluzione della Civiltà è legata alla I tecnologia (circa 2.000.000 di anni fa), quando, nel Paleolitico, gli ominidi trovate delle schegge di pietra le trasformarono in armi da caccia: I Salto Storico, homo sapiens sapiens (dalla fase Animale a quella Culturale). Il bagaglio informativo con gli spazi storici, dalla prima azione tecnologica (ominide) alla digitazione sullo smartphone (nonnina odierna), è cresciuto in modo esponenziale, velocizzando l'intero sistema storico e producendo un'immensa quantità di saperi e di situazioni. 

    (Copertina)
    Oggi si vive in un labirinto di bisogni-compiti che limitano e aprono tutti, a sempre nuove necessità. Sono le informazioni che hanno permesso l'evoluzione del rapporto Uomo-Natura, con il passaggio, ad esempio, dalla sola raccolta di frutti spontanei (more, funghi), a quella di frutti geneticamente modificati; la spiga di grano degli ominide era di 3 o 4 chicchi, mentre oggi di 80 (effetto moltiplicativo). 

    Pure l'idea Commercio si è evoluta dal baratto, a sussistenza, a mercato nazionale, oggi globale. Il Mondo poi è stato “proiettato” nella “Rete Virtuale”, a portata del dito, che lancia l'ordine d'acquisto (Amazon, eBay, Alibay). Ma, in tanta velocità, c'è una “crepa”: la forte instabilità dei mercati. Qui entra in gioco il Tempo: essere i primi a creare le nuove mode

    La “sfera” Società Informatica si sta fratturando, con ritorni critici sui “territori reali”, a rischio implosione. Occorrerebbe, forse rallentare, capire il traguardo di tanto correre. S'inizia a parlare di un'altra Storia, il Transumanesimo, oltre l'Uomo.

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    Evoluzione delle trame di Biostoria di Antonia Colamonico
    Le carte biostoriche di Antonia Colamonico

    I nidi cognitivi
    informativi

    ... Ogni gemma-idea si annoda su una pregressa conoscenza, formando dei veri nidi cognitivi, funzionali al progresso scientifico-tecnologico-economico... dell'intera umanità, non essendoci in simile organizzazione naturale né frontiere, né confini ma esili filamenti gemmati come rami di pesco .... (A. Colamonico. Lo sguardo e la mente di Carmelo Colamonico.© 12 Maggio 2013)


    lunedì 25 novembre 2019

    Il Salto di Società - Dalla Società delle Macchine a quella dell'Informazione

    Foto 1 (A. Pomodoro)

    di Antonia Colamonico, epistemologa.

    In L'Eco di Acquaviva, 22 Nov. 2019 - Rubrica: Lo sguardo eco-biostorico, p.6

    La generazione nata prima del 1960 ha visto ben 2 Salti Epocali: 
    • Industriale, Informatico. 
    Con un esercizio di “Palestra della Mente”, si potrebbe visualizzare ogni Società come una sfera che presenti una crepa, che ne incrini la sfericità. La crepa è un'apertura di Spazio che segna lo stato di crisi, con la perdita di coerenza e continuità. 

    Dalla frattura, poi, si immagini che inizi a germogliare una nuova sfera (Foto 1), quale altra identità, che come per il germoglio di un seme, dia corpo ad una nuova realtà storico-sociale (struttura a utero-feto). Ogni salto è una nascita. 

    Se si pensa alle Società come a “Organismi viventi” si possono leggere le “trame storiche” (foto 2) che aprono alle realtà nuove. Il leggerle, richiede uno sguardo eco-biostorico che sappia confrontarsi con lo “Spazio vuoto”, il futuro”


    Foto 2 (M. Mastroleo 2011)

    Personalmente ricordo, ad esempio, i traini e i cavalli che nelle albe estive si incamminavano, in fila, per raggiungere i campi; ma ben presto furono sostituiti con veicoli meccanici. Il passaggio segnò la fine dell'Era del Cavallo che sin dall'Alto Medioevo era stato simbolo del mando agricolo. Finì, così, l'Epoca delle carrozze e dei cavalieri, dei conti e delle baronie, dei servi e dei padroni.

    Tutta la “rappresentazione” di tale Realtà si sciolse, come neve al sole, mostrando di colpo i suoi limiti concettuali, tanto che lo stesso Contadino iniziò a essere letto come un “fuori moda”. Il '68 fu il nodo di svolta con la contestazione giovanile, quando i figli, presi dall'era della macchina (la 500), non si riconobbero più negli stili di vita dei padri e pretesero l'accesso libero alle Università. 

    Quando si pensa alla Rivoluzione Industriale la mente va alla macchina a vapore (Inghilterra fine '700) dei libri di storia, ma la vera “presa di coscienza” della morte della Società Rurale si ebbe solo nel II dopoguerra con la nascita del motore elettrico per la produzione di elettrodomestici (frigo, asciuga capelli, lavatrice...). La Società Industriale, solo in quel momento, divenne modello di vita per tutti e l'Italia IV potenza. Il benessere era così diffuso che si poté parlare di boom economico.

    A ogni Salto di Società corrisponde un Salto di Conoscenza, come equilibrio tra lo spazio fisico-sociale, l'habitat, e quello psichico-mentale, il pensiero, infatti se i genitori avevano a stento la licenza di V elementare, i figli il diploma da perito e i più volenterosi la laurea. 

    Tutta una “forza giovanile” preparata e motivata iniziava a immaginare lavori nuovi, metodologie nuove, stili di vita nuovi, con il boom dell'edilizia, il culto della villeggiatura, la coscienza del valore contrattuale del rapporto salario-ore di lavoro. Nacque così la passione per la politica con la consapevolezza dei diritti sindacale. 

    L'apice di tale impegno sociale fu lo “Statuto dei Lavoratori” (1970)

    Prima pagina
    • Mah! Come in ogni favola c'era una zona d'ombra! 
    La medesima ricerca tecnologia che aveva innescato il “teke-off” delle produzioni, diede inizio al declino di tutto il paradigma industriale. La rottura della “sfera”, si ebbe per il “culto” dell'automazione. Il fine era buono, come lo fu quello industriale degli arbori, che aveva puntato ad alleggerire l'uomo dalla fatica del lavoro pesante. L'obiettivo era, questa volta, quello di alleggerire l'Umanità dal lavoro ripetitivo, per dare più spazio alla creatività, allo svago, al viaggio. 

    Nacque tutta una letteratura (anni '90) che parlava di liberazione dell'uomo dal lavoro medesimo. Robot e microchip, lo avrebbero svincolato dalla scrivania, dal posto fisso, dalla monotonia del compilare registri, dai calcoli noiosi. Egli sarebbe diventato “Imprenditore di Sé”, in grado di spendersi in uno Spazio a Villaggio Globale. Alvin Toffler (Lo choc del Futuro, 1970) aveva lanciato l'allarme dei pericoli della nuova Era, isolando 2 nodi da sciogliere: 
    • 1. L'accelerazione tecnologica avrebbe potuto cogliere impreparata la stessa intelligenza, non attrezzata mentalmente a immaginare gli “spazi a reticolo” dei nuovi ordini informativi. 
    • 2. La variegata offerta di prodotti avrebbe potuto dare luogo a una“crisi da iperscelta” con forme di apatia cronica (rinuncia alla scelta) o di irrazionalità, da consumatore convulso. 
    Occorreva per questo investire in cultura e istruzione per rafforzare la preparazione personale e l'autostima, in una Società sempre più veloce. Quello che Toffler non considerò è che all'accelerazione dei PC, il cervello umano, superate le iniziali difficoltà, si sarebbe adeguato, per poi divenire a sua volta più veloce; un esempio, le nonnine di 80 anni che smanettano sullo smartphone.


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    Le carte biostoriche di Antonia Colamonico

    I nidi cognitivi
    informativi

    ... Ogni gemma-idea si annoda su una pregressa conoscenza, formando dei veri nidi cognitivi, funzionali al progresso scientifico-tecnologico-economico... dell'intera umanità, non essendoci in simile organizzazione naturale né frontiere, né confini ma esili filamenti gemmati come rami di pesco .... (A. Colamonico. Lo sguardo e la mente di Carmelo Colamonico.© 12 Maggio 2013)

    Leggere la Complessità: Eco-Biostoria, scienza e metodo dello sguardo multiproiettivo


    di Antonia ColamonicoEpistemologa di Biostoria

    In L'Eco di Acquaviva, 15 Nov. 2019 - Rubrica: Lo sguardo eco-biostorico, p. 6

    Antonia Colamonico
    epistemologa di Biostoria

    Con questo primo articolo, inizia la mia collaborazione con L'Eco di Acquaviva

    Ho accolto con gioia l'invito del direttore, Gino Maiulli che ringrazio, di cooperare con il settimanale per analizzare con lo sguardo eco-biostorico l'innovazione dell'Era Digitale

    Lo studio del Salto di Paradigma dal Sistema Industriale a quello Informatico, da parte mia, è iniziato a metà anni '80, quando per motivi didattici mi sono confrontata con il primo “elaboratore elettronico”, presso l'IPSIA Chiarulli. Istituto selezionato, insieme a quello di Monza, per la sperimentazione della figura professionale di Addetto alla Manutenzione degli Elaboratori Elettronici (AMEE).

    Fu per la scuola una grande opportunità di rilettura degli insegnamenti-metodologie intorno al nuovo modo di interfacciarsi con la Conoscenza. In quel periodo nulla di quello che oggi è la Realtà Virtuale era ancora emerso, si era come di fronte ad una pagina bianca. 

    Il punto di partenza, nella riflessione sulla sperimentazione con i presidi P. Milella, V. Mastrovito e i colleghi, in particolar modo G. Laterza e e P. Cice, fu lo studio delle possibili ricadute storiche della nuova tecnologia, legata al microprocessore. 



    Foto 1: Finestra storica, in Fatto tempo spazio (Oppi, 1993), p.22


    Personalmente nell'impostazione del programma di Storia e Italiano compresi che occorrevano nuovi occhiali per inquadrare i fatti, in relazione non solo al passato-presente (campo di lettura tradizionale), ma soprattutto al presente-futuro; per questo aprii (foto 1) la I “finestra storica” (Fatto, tempo, spazio Premesse per una didattica sistemica della storia. Oppi, Milano 1993), con cui era superato l'approccio lineare-sequenziale nell'organizzazione storiografica, attraverso l'organizzazione a nodi-maglie-reti (oggi rete virtuale). 

    Essendo una pedagogista, la mia ricerca fu indirizzata da un lato alle discipline d'insegnamento e dall'altro alle “geografie mentali” degli alunni. 

    Qui vorrei aprire uno spazio di riflessione su un errore politico quando, a partire dal '92, si paragonò la Scuola a un'Azienda.

     Le logiche di gestione di Impresa sono differenti da quelle di Classe scolastica; la prima guarda soprattutto a oggetti, utili, efficienza, mercato; mentre la seconda alla Persona con le difficoltà di apprendimento, le carenze di preparazione e gli stati di benessere/malessere. Nell'Azienda il “fattore Tempo” è il parametro su cui misurare l'efficienza nelle produzioni; al contrario nell'insegnamento è la “perdita del Tempo” per rendere chiara, a tutti, un'acquisizione:

    • Non avere fretta è il segreto per non creare gli “scarti” di umanità! 

    Ogni alunno ha una sua forma mente con un particolarissimo rapporto con lo spazio-tempo interiore ed esteriore che lo rende un “unicum” per sempre e, mentre le Imprese puntano alla standardizzazione del prodotto, la Scuola alla realizzazione dell'attore storico che introdurrà con la sua genialità (i famosi talenti), i fattori di novità. 

    Aver voluto conformare lo studente ai bisogni aziendali si è rivelata una stoltezza storica, poiché l'accelerazione tecnologica rende subito vecchie le modalità produttive e di riflesso le conoscenze. Importante è, invece, creare gli “spazi mentali” da cui nasceranno le soluzioni tecnologiche. 

    Si può comprendere come il vero “bene” di una Società non è nelle cose materiali, ma nelle intelligenze che dovranno immaginare tali realtà. E qui si potrebbe aprire un ulteriore spazio di riflessione sul “vuoto storico” a seguito della migrazione giovanile, in una Società liquida, globalizzata.

    Procedendo con ordine, il confronto con la realtà microelettronica lacerò in noi, che per primi ci misurammo con la nuova tecnologia, le carte mentali del modo di osservare al Sapere. Emerse la nostra immensa ignoranza e da questa cecità occorreva partire, per rappresentare quel nuovo che viaggiava al tempo del “nanosecondo”. 



    Foto 2: Le biforcazioni eco-biostoriche, in Sito: Il Piglio Eco-biostorico.
    L'Osservatore dà il verso al Futuro. © Antonia Colamonico, 20 novembre 2013


    Si era di fronte ad un Salto Epocale, simile come portata a quello Neolitico, quando con l'introduzione dell'agricoltura si ebbe il passaggio da vita nomade a vita sedentaria. 

    Un salto epocale si differenzia da uno generazionale; questo è legato al cambio di prospettiva tra giovani e vecchi, in media ogni 25-30 anni, quando i padri lasciano il posto ai figli; mentre quello epocale è una metamorfosi, radicale. 

    Variano non solo i soggetti storici con le modalità, ma i paradigmi mentali con gli orizzonti stessi con cui si pensa ai fatti. Volendo sintetizzare in una mappa (foto 2) si può parlare di 4 grandi salti epocali nel corso di tutta l'Umanità: 

    • Società di Raccolta, Agricola, Industriale, Informatica. 

    Quattro macro-periodi che hanno, ogni volta, strappato il volto della Realtà. 

    Uno degli aspetti più importanti dello sguardo eco-biostorico che verrà descritto in questa collaborazione editoriale è nell'aver organizzato la lettura della Realtà e del Pensiero come una sola forma topologica, a dentro/fuori; dove, i due, si rincorrono, intricandosi e moltiplicandosi, vicendevolmente (Complessità). (foto 3)



    Foto 3: La Complessità, in Sito: Le Carte biostoriche - La geografia della mente
     La mente e lo Sguardo di C. Colamonico. 4 Maggio 2013.

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