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Il
paradigma biostorico e la geometria dell'occhio-mente |
Una pagina dal saggio:
Il piglio
eco-biostorico
Verso una scienza & metodo dello sguardo
© 2013 - Tutti i diritti sono riservati.
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Organizzazione naturale a frattale |
L'aspetto
interessante dello sguardolente eco-biostorico è nella
sua plasticità osservativa e, di ritorno, sul piano
della costruzione della mente-pensiero, nella plasticità
immaginativa-ideativa che permette di variare le zoomate
storiografiche ed epistemologiche, aperte a tutti gli stadi
esperienziali dello scibile umano, che a loro volta rendono
frastagliati i piani dei fatti storici, plasticità
attuativa.
In
un sì fatto dinamismo di sguardolente-mondo
tutto assume una direzione-significante che veicola e vincola il
peso/valore
storico di tutto, imprimendo gli andamenti evolutivi dell'intero
sistema storico-vitale.
Entrare
in una visione storica a uno/tutto che si perturba
e si modifica continuamente, implica necessariamente il
ridimensionare il valore-peso
attribuito ad ogni particolare esperienza con relativa narrazione
epistemologica di tale rilevazione fattuale:
ciò
che si definisce realtà ha una molteplicità di sfaccettature che
non possono essere ridotte ad uno e due modi-sguardi disciplinari
che si dichiarano forme esaustive del processo vitale, magari in
virtù della semplice incidenza economica; si pensi al riduzionismo
scientifico che descrivendo la realtà la racchiude in
particolari aspetti ad esempio di movimenti di forze o di
organizzazioni di materia o di reazioni di enzimi... dimenticando
che il mostrarsi della vita ha in sé una molteplicità di
forme-volti altri che in parte restano ignoti, campo
del buio cognitivo, cioè nicchie di “non visibile” che si
prestano tuttavia ad essere conosciute, qualora l'occhio-uomo
risultasse attrezzato mentalmente e fisicamente a vedere
(evoluzionismo storico-cognitivo che crea i superamenti dei quadri
disciplinari).
Con
uno sguardo a finestra allargata nello spaziotempo si
possono da un lato leggere i nodi-punti di apertura
degli spazi cognitivi ed esplorativi che hanno evoluto le
modalità osservative degli odierni sguardi
storico-epistemologici e dall'altro scoprire le sacche-creste
delle trame storiche che si moltiplicano, intricandosi
a matassa, prestandosi così ad una molteplicità di linee di
lettura.
Apertura delle trame di lettura
Ogni
linea-segmento è una giustificazione logica di un quid
che ha preso storia-casa nella stessa mente dell'osservatore che ne
può così tracciare e definire l'inclinamentoi
storiografico-disciplinare, ad esempio la nascita dello sguardo
biologico, intorno al 1700, ha segnato tutta l'evoluzione di un
modo di scomporre e modellizzare la vita, si pensi alle
cellule, ai tessuti, ai corpi... Ogni scomposizione ha aperto non
solo lo sguardo-mente a rilevare una realtà prima sconosciuta, ma ha
nel contempo svelato una organizzazione vitale che prima era
inimmaginabile. Rispetto alla vecchie conoscenze cosa di fatto sono
mutati:
Lo
stesso discorso vale per gli studi della fisica, della medicina,... e
di tutto lo scibile umano. L'uomo, conoscendo, apre la realtà ad una
complessità di organizzazioni che dipendono dal grado e dalla
medesima complessità dell'occhio lettore.
Dualismi di società-conoscenze
Si spiegano così i
differenti livelli
di Sapere delle Società
che si mostrano a ritmi e gradi di complessità differenti, in
relazione agli stati
delle loro consapevolezze
storico-scientifiche.
Si può parlare allora di differenti velocità, di molteplici stili
di vita, di variegate tecnologie con corrispondenti modalità ad
esempio curative o culinarie o enologiche o... cioè tutto
quell'insieme che crea la ricchezza esplicativa della cittadinanza
nella vita.
Ogni
ricercatore studiando e definendo costruisce la tendenza
osservativa, con relativo linguaggio, su cui si potranno
poggiare i successivi osservatori che puntualizzando o scartando in
rapporto alle corrispondenze delle osservazioni nuove, ridefiniranno
i gradi di validità o di superamento delle conoscenze stesse che,
come si allarga il mantice di una fisarmonica, prenderanno suono nuovo,
valore nuovo, terminologia nuova, nicchia nuova...
L'annodare
un fatto/quid esperienziale (campo-vita) con un
evento/ap-preso informativo (campo-conoscenza),
richiede il contributo partecipativo dell'osservatore
che indagando:
isola,
rileva, chiama,confronta, ipotizza, sperimenta e definisce il
modello-mappa di realtà che è la carta
del suo compreso (individualismo
cognitivo) che si
presta ad essere esteso con ulteriori riletture.
Ogni
modello-carta essendo una definizione
di realtà, assume una doppia funzione
storica:
quella
di isolare, racchiudendo in un perimetro-frontiera (a isola),
una parte del Tutto vitale che così racchiuso e distinto si presta
ad essere esplicitato
in una narrazione
significativa;
quella
di rendere finito
un non so ché che di fatto trasborda
(stato di infinito) da tale confine epistemico, per cui tutto ciò
che è estrapolato, studiato e modellizzato, assume la configurazione
di veridicità
storica
vincolata alla carta-mente-appiglio storico (relatività multi-proiettiva del legame osservato-osservatore).
È
bene sottolineare che è una veridicità
storica (vero-detto) e non la verità (in sé), errore in cui cadde
la scienza moderna, cioè è una lettura
veritiera in relazione al grado di coerenza
rintracciata ed esplicitata dallo sguardolente
soggettivo che ha tracciato i luoghi di lettura delle relazioni
fattuali. Essendo la
verità in sé il luogo tutto della vita,
quale insieme
infinito-finito essa
si lascia semplicemente abbordare e racchiudere dalla sguardo-mente
dell'osservatore,
che è il degustatore
di verità storica
(de-gustare un buon vino, non è il vino), la vita come processo
creativo ha una sua autonomia che trapassa (va oltre) le possibilità
manipolative dell'uomo che può solo condurla e non produrlaii.
L'osservatore storico intenditore di verità
L'uomo
è un intenditore di verità
e riesce a graduarne le sfumature-valori in significati di
significati sempre più particolareggiati, a codici sfumati, che
rendono raffinate e particolareggiate le letture con corrispettive
angolazioni.
Si pensi,
ad esempio, a quel nodo storico in cui, tra un mondo
antico
e un mondo
nuovo,
si scissero le coscienze sul cosa fosse la verità; se quella
rappresentata dalle vecchie cosmologie che rispecchiavano,
in parte anche le carte bibliche; o se quella avvistata dai nuovi
osservatori che, avendo aperto gli orizzonti di navigazione, avevano
di riflesso allargato gli spazi immaginativi ed elaborativi, dando
luogo alle nuove mappatureiii:
la
disputa, con il conflitto che ne nacque, si avvitò
su una visione uni-direzionale di verità che non ammetteva altre
possibilità di sguardiiv.
Sfuggì
agli osservatori dell'epoca che ogni
sguardo elabora una coerenza espositiva
che non è tanto lo stato
della verità,
quanto quello
della
logicità
di una spiegazione, che mostra i gradi
di credibilità di un ragionamento,
funzionali all'elaborazione delle azioni storichev.
La
stessa
soluzione,
ad esempio,
ipotizzata
da G. Galilei di
scindere in due ambiti, per se stanti, la verità, di fede e di ragione, giustificando le due modalità di ricercazione
con le due
forme scisse di
credenza
religiosa,
da un lato, e di conoscenza
scientifica
dall'altra (lette, vicendevolmente, con un occhio
negativo) partì da un vizio
di forma
che slegò il mondo e l'individuo, la fede e la ragione, il
credente e il pensante, la mente e il cuore, l'emozione e la
razionalità... così come si fa con una mela, tagliandola e
dividendola, perdendo la visione d'insieme.
La
divisione in tante tipologie di conoscenze, svincolate e bloccate nei corrispettivi linguaggi e modelli, finì col fare
contrappose un'ortodossia
a un'eresia
(occhio
lineare-sequenziale che escludendo i contorni, rende limitative e uni-direzionali le letture). Furono avvallate, così,
le
cacce alle streghe tra
chi fosse veramente credente o chi veramente scienziato , facendo scartare di
fatto tutte le sfumature di sguardi-modi altri che rendono la bellezza complessiva delle letture tutte, con i variegati stati emozionali e cognitivi. Si pensi alle scuole che si trasformarono in luoghi di tortura o alle accademie in luoghi di rigidità espositive che avevano come unico obiettivo rendere uni-formi le coscienze-conoscenze (grigiore mentale, politico, economico, sociale, religioso...).
L'uomo un uno dai tanti sguardi
L'aver
negato valore unitario all'uomo che si esprime in una variegata
possibilità sentimentale e razionale
ha finito con lo scomporre la coscienza in tanti campi non
dialoganti, riducendo la verità con corrispettiva umanità ad una
semplicistica nomenclatura
di significati de-naturalizzati
(piano della retorica):
se
la carta-modello svolge la funzione di rendere finito, cioè
conosciuto un ché di infinito che di fatto trasborda il
confine tracciato nella carta, essa carta è una semplice
estrapolazione di informazioni, intessute in un limitato tessuto
logico-narrativo, che veicola oltre ai compresi le medesime
geografie mentali con le capacità osservative ed elaborative del
cervello-mente uomo che li sta codificando:
- Una
mosca se potesse ricercare e narrare il verso della vita, la
costruirebbe con altri parametri e altri significati e altre
giustificazioni scientifiche che la renderebbero un modello
completamente differente di veridicità storica, lo stesso averebbe
con un osservatore rondine o ragno o formica o nuvola.
Quello
che ogni ricercatore storico (ogni uomo) non può e non deve
dimenticare, per essere onesto intellettualmente, prima di tutto con
se stesso, è quel “so,
di non sapere”
socratico, che rende vincolata
la lettura alla ristrettezza,
più o meno grande, del
raggio-fuoco del suo campo-sguardo visivo
che si
presta tuttavia ad allargarsi per rifilare
i versi di verità storica (processo neghentropico):
il
soggettivismo
storico è
nell'azione di ricerca-avvistamento-giustificazione di una realtà
esperita, localmente, ma non totalmente, per cui nessuno può
arroccarsi il privilegio di possedere la conoscenza e nessuno può
imporre come verità assoluta la sua semplice versione
di realtà, questo vale per lo scienziato, per lo storiografo, per
il pittore, l'educatore, l'economista, il politico, il datore di
lavoro … Cioè per ogni
singolo individuo che non può dichiarare di possedere la verità,
essendo questa un surplus
che trasborda i limiti cognitivi di ogni singolo uomo o di ogni
gruppo economico, politico...o periodo storico.
Essendo
un di più,
non può essere ristretta in un un unico
punto-focale.
Imparare a zoomare gli
sguardi amplifica le
sfaccettature stesse della verità e rende l'osservatore magnanimo
verso gli altrui punti di vista-lettura (democrazia del sistema
storico).
D'altro
canto non esistono due e più verità, essendo essa un uno/tutto,
eco-iter-connesso; ma
esistono solo molteplici riflessi/sguardi
che rendono gemmata e
preziosa la verità
storica (visone a
occhio-mente frattale, l'occhio cristologicovi).
La bussola cognitiva
Quello
che il ricercatore storico (ogni uomo) non può e non deve
dimenticare è il suo essere occhio-luogo-punto-posizione di
riferimento osservativo, per cui egli riporta a sé
tutto quello che accade dentro e fuori di sé, cioè il suo essere
coscienza-bussola cognitivavii,
che indirizzando gli sguardi, apre e chiude, i versi
possibili di realtà che acquistano o perdono storia,
prima di tutto nella sua memoria, in ogni tempo 0 di presente.
Non
si può prescindere dal soggettivismo storico della medesima
azione di ricerca-avvistamento-giustificazione di frammenti di realtà
che una volta esperiti si pongono a:
briciole
informative che come
scaglie-luce di
verità danno
dell'uno/Tutto vitale, solo brandelli
informativi di una verità negoziata che
si presta ad ulteriori acquisti di guizzi-luce informativi che sono
e restano dei compresi storiografico-epistemologici, modulati come
in un concerto
sinfonico, dalla
stessa mente-occhio dell'osservatore che si rispecchia nella
bellezza della vita creata, di cui è un semplice spettatore
a più gradi di intendimenti.
In
tali scambi di postazioni dal fuori al dentro di sé e
dal dentro al fuori-mondo-universo (topologia multi-proiettiva della mente-campo habitat), ogni osservatore reale definisce, racchiude,
seleziona, predilige, implementa... imprimendo il personale
verso di realtà alla verità storica.
Si
possono così comprendere le molteplici impronte informative
che nel tempo hanno indirizzato e influenzato l'andamento
evolutivo della dinamica fattuale, relativa al sistema
uomo/mondo:
L'impronta
quale memoria
storica non è
limitata al solo individuo uomo, ma a tutti gli individui storici
che si possono isolare e classificare, solo per esigenze
mnemotecniche, in schede-categorie di animati-inanimati, di
concreti-astratti, di reali-virtuali... L'errore sta nel ritenere
che alcune realtà partecipino alla vita e altre no, ritenendole
cose prive di vitalità e quindi di partecipazione storica.
Tutto è Bios-storia
In
una lettura a occhio eco-biostorico, tutto è storia-Bios e tutto
prende vita-casa nel momento stesso in cui acquista uno
spazio-tempo (nicchia storica), indipendentemente dal contorno,
campo-habitat, in cui si posiziona come individuo, per cui:
non
ha più senso dire che l'idea (in una nicchia mente) è un astratto
e il morso ad una mela (in una nicchia cucina) un concreto, senza il
piano delle idee-immaginati, non ci sarebbe il piano delle azioni;
se non si immaginasse il mangiare la mela, perché si avverte un
morso di fame, non si potrebbe compiere l'azione del mordere la mela
che si mostra nella cesta di frutta, adagiata sul tavolo.
Per
cui è un non senso, ad esempio, definire il viaggiare in internet
una realtà virtuale, mentre guidare in autostrada una realtà reale,
se poi, per caso, internet permette ad Antonia di conversare con Anissa, le
quali insieme decidono di spostarsi, in autostrada, per recarsi a
Bari.
Il virtuale e il reale si intrecciano in un unica dinamica fattuale,
naturale, che conferma come le
categorizzazioni
umane siano solo dei sistemi
di lettura per la
catalogazione di parti di realtà, onde meglio memorizzare,
scomponendo in aree-campi l'uno/tutto che tuttavia perde
parti di naturalezza nella carta di lettura.
Il perdere natura
implica l'assunzione di una forma e di una nicchia a campo ristretto
che danno non lo stato di abitante
della vita,
ma quello di abitante
del modello,
un'estrapolazione quindi da verità
storiografica e non biostorica,
quale uomo di carta (astrazione) e non uomo di carne (vivente).
La
vita si mostra
all'occhio osservatore come un complesso sistema
intricato di coabitazioni
a più strati-nicchie soggiacenti e influenzabili ed è l'uomo che
indagando, estrapolando, isolando... acquisisce sistemi
ordinati informativi
che sono solo carte
di lettura di una
realtà che sfugge nella sua interezza al suo medesimo sguardo.
Il limite delle carte-modelli
Perdere
il valore limitante del modello-carta, porta alle generalizzazioni,
con cui la vita e gli individui e le nicchie vitali assumono
uniformità
riduttive, aprendo le menti osservanti ai pregiudizi
storico-ideologici e chiudendo alle democrazie
degli stati di
possibilità vitali ad essere:
ogni
uomo o individuo o nicchia o campo storico è un unicum per
sempre, essendo ciascuno una presa di realtà di una dinamica
a multi-spazio e a multi-strato (in
un databile tempo 0 di presente) che si è
accordata come in un concerto di archi e pianoforte, in una melodia
chiamata vita, a 360°.
Il
salto epocale che si sta vivendo, in questo inizio di 3° millennio,
è tutto nell'uscita da un sistema
logico a isola
per entrare in uno
ad arcipelagoviii
che richiede un cambio
di occhiali
di lettura che permetta all'osservatore di assumere
il ruolo di bussola cognitiva
che lo faccia essere ago-indicatore
direzionale
a tendenze
multiple degli orizzonti fattuali-fattibili in una
visione a
frattaleix.
In tale ricchezza di possibilità di sguardi-orizzonti di lettura e
di relative azioni, la
storia-vita assume dinamismo,
in funzione delle medesime posizioni che rendono il volto della
realtà a sua volta plastico,
come una creta
che si lasci modellare dal vasaio che la sta ispezionando, a
multi-sguardo:
La
vita-storia (Bios-Storia) assume agli occhi dell'osservatore mille
e mille sfaccettature che moltiplicando la realtà, lo fa
rispecchiare nello stato sentimentale di Dio,
descritto nei Libri della Genesi, allorquando dando corpo-visibile al
creato,
“Dio vide
che era cosa buona”x.
Apprendere
la bontà
della vita
quale processo moltiplicativo e non divisionale (sguardo di un certo riduzionismo scientifico o religioso o politico o
economico...) di complessità-bellezza, richiede una diversa disposizione
di lettura
che faccia assumere allo stesso osservatore l'animo
del poeta-cantore
che contempla la bellezza
dell'essere un uno/tutto nella vita
e ne sveli la ricchezza
di sentimenti, di espressioni, di proposizioni, di significati,
dando così al suo sguardo e al suo dire una forma
topologia a multi-direzione e a multi-senso.
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(Campi
dell'indagine eco-biostorica)
Carte
biostoriche, dalla presentazione saggio: Ordini Complessi. Bari, 2002.
|
Entrare
in una topologia mentale ad uno/tutto implica l'imparare a togliere
il confine
alle cose e agli individui, alle idee e alle conoscenze, alle
discipline e alle rilevazioni... imparando a
slabbrare
(effetto guanto) i sensi chiusi dei modi comuni dei credixi
(in senso lato), spiccando il
volo in uno spazio aperto,
tutto da definire e da ruotare, divenendo così il segna(e)vento
di una realtà che si lascia ammiccare e tracciare in un complesso
gioco di carte-mappe che conservano, ognuna, un riflesso di verità,
condivisibile.
Volendo,
ora, provare a mappare i macro-mutamenti epocali delle
messe a fuoco degli orizzonti esplorativi, isolandone i punti-cardine
su cui furono intessute le filature gnoseologiche nelle
differenti età storiche, necessita assumere la posizione a
occhio di lettura a punto infinito, (postazione a campo U-topico - occhio di Dio). Una sì fatta posizione permette di allargare
la finestra d'osservazione al campo-insieme universo e
poi con un'evoluzione immaginativa a vortice, sintetizzante (sguardo a spirale puntato verso il centro dell'attrattore
fattuale), isolare le lievi tracce informative che si sono
fatte cardini di completezza significativa. Con un sì
fatto gioco di proiezioni di lettura emergono sia gli sguardi
e sia i vincoli-appigli che hanno dato respiro
alle molteplici riflessioni dei vari osservatori delle medesime
epoche:
Si possono allora isolare
i 3 paradigmi – Classico
(iindividuo), Moderno
(mondo), Complesso (individuo/mondo)-
con le 3 aree-campi che hanno
svolto il ruolo di attrattore cognitivo-epistemico
- metafisica (campo-filosofia),
Fisica (campo-meccanica),
Relazioni (campo-eco/biostoria)
– con le differenti 3 tipologie di
costruzioni-chiave – idee assolute, leggi
assolute, plasticità dell'occhio di lettura-Realtà.
I
tre campi permettono di visualizzare il valore-peso delle
variazioni orientative, non solo degli
sguardi-menti, ma delle modalità
d'attribuzione del significato storiografico, mettendo a
fuoco anche tre modalità differenti di esercitare la
cittadinanza nella vita, con la costruzione di tre
geografie o, meglio, paesaggi mentali.
Naturalmente tale
carta ha un semplice valore
orientativo e non assoluto, per cui va letta come un
appiglio informativo su cui poter tessere una
dialogica complessa di posizioni e di
riflessioni storiografichexii
(occhio multiplo).
_________________
iInclinatura
= azione del piegare, flettere, indirizzando
l'osservato al personale occhio-verso di compreso. Quello che
l'osservatore storico conosce è solo una deformazione
che si presta ad ulteriori letture e quindi riformazioni.
Ogni mutamento tende a moltiplicare il bagaglio informativo che si
fa patrimonio culturale della medesima umanità. In
una simile ampiezza di sguardi ogni lettura assume un
peso-valore storico, essendo il modo di costruire la realtà ad
indirizzare l'azione storica, si pensi al valore
attribuito, ad esempio, alla relazione acqua-terreni-semi e come
tali conoscenze abbiano inciso nei sistemi agricoli con la
costruzione dei canali o dei muretti a secco o dei terrazzamenti.
L'azione dell'uomo nella storia-vita è simile a quella del ragno
con una differenza questo fila e tesse la ragnatela, mentre l'uomo
fila e tesse sistemi di idee-conoscenze, funzionali alla
produzioni di fatti-azioni storici. Per un approfondimento: A.
Colamonico. La spugna eco-biostorica Verso
una Topologia della Mente/Habitat a corpo unico
©
Bari, 2012/2013.
iiIl
seguire la vita non è il creare la vita, le stesse scoperte sulle
cellule staminali non sono creazioni, ma applicazioni
storico-vitali, da sempre l'umanità ha avuto l'ambizione di
posizionarsi a creatore storico, ma di fatto egli è un semplice
governatore di eventi, per cui può accelerare o rallentare le
dinamiche, ma non generarle da un nulla. Ha sempre bisogno di un
appiglio storico-cognitivo che si faccia ponte
di riflessione attuativa. Per un approfondimento: A.
Colamonico. Lo
sguardo biostorico tra echi di realtà e tempi 0 - Il ruolo storico
dell'Osservatore nella costruzione della realtà multi-proiettiva
(The
historical role of the observer in the construction of a
multi-projective reality)
© A. Colamonico, Bari 2011
iiiA.
Colamonico. Lo
sguardo biostorico tra echi di realtà e tempi 0. Op.
cit. © 2011
iv
Una topologia di occhio-allargato,
zoom cognitivo, è riscontrabile ad esempio nello stesso modo
osservativo introdotto dal Cristo, quando invita a spostare
l'angolazione di lettura, per affinare il piano della verità. Per
un approfondimento: A. Colamonico. Costellazioni
di significati per una topologia del pensiero complesso.
©
Il
Filo. Bari, 2006.
vAccettare
la logicità espositiva di ogni pensiero-uomo, non implica negare la
possibilità della verità, ma accettare che verità ed elaborazione
di verità sono due distinti. Certo se tutti i discorsi aprono alla
verità e tutte le azioni partono da un grado di verità, come si
possono valutare gli effetti di bene e di male
storico? Il Cristo suggeriva dai frutti se buoni o cattivi (effetti
di evento); biostoricamente parlando dalla forma topologica
delle nicchie della spugna storica,
se aprono in essa più al vuoto o
più alle creste-pieno di
vitalità operativa, immaginativa, esplicativa... Se le risposte
storiche creano tirannie o democrazie dentro e fuori
lo stesso individuo storico. Ogni tirannia è una
dipendenza che ingabbia la mente-sguardo in una
fissità cognitiva che di fatto fa smettere di osservare a
tempo presente
(t. 0), dipendenza quindi, che se conservata a lungo
periodo, si fa cecità storica, mentre ogni democrazia
ad una plasticità di sguardo che nel tempo si fa
ricchezza informativa e abbondanza operazionale. Per un
approfondimento: A. Colamonico. Costellazioni di
significati per una topologia del pensiero complesso.
©
Il
Filo. Bari, 2006. - A. Colamonico. Lo
sguardo biostorico tra echi di realtà e tempi 0. Op.
cit. © 2011.
vi
A. Colamonico. Costellazioni di
significati per una topologia del pensiero complesso.
©
Il
Filo. Bari, 2006.
viiA.
Colamonico, M. Mastroleo. Le geometrie della vita nel salto
eco-biostorico. Verso una topologia a occhio infinito nella
relazione mente/mondo. Il filo, Bari 2010.
viii“...
nel terzo millennio la nuova grande sfida per la mente umana
individuale e collettiva sarà il passaggio da un'organizzazione
economico-politico-culturale a isola, ad una ad
arcipelago. Costituito quest'ultimo, da sistemi
interconnessi che agiranno sulla qualità della vita
e faranno del nostro universo, un pluri-verso di economie,
politiche,e culture. Leggere e coordinare i sistemi complessi
richiederà in un prossimo futuro capacità mentali nuove
che nasceranno da un pensiero al plurale. La biostoria
si pone come scienza & metodo della nuova età, in grado di
soddisfare i bisogni nati dal mutamento in atto... può essere
definita campo di osservazione del movimento della
vita e modo di sentire, di percepire, di organizzare
le informazioni di volta in volta raccolte nelle osservazioni. Si
pone per questo come uno sguardo di lettura e nel contempo una
lente di osservazione. Sgardolente
che, una volta adottato, permette una visione a cinque
dimensioni. (da: A. Colamonico. Prime carte di viaggio.
Biostoria scienza &metodo di un pensiero al plurale, p.11. ©
1997).
ixA.
Colamonico. Ordini Complessi. Carte biostoriche di approccio
ad una conoscenza a cinque dimensioni. Il filo, Bari 2002.
x“...
«Dio vide che era cosa buona» (Gen 1,12.18.21.25). Il racconto
biblico dell’inizio della storia del mondo e dell’umanità ci
parla di Dio che guarda alla creazione, quasi la contempla, e
ripete: è cosa buona. Questo, carissimi fratelli e sorelle, ci fa
entrare nel cuore di Dio e, proprio dall’intimo di Dio, riceviamo
il suo messaggio. Possiamo chiederci: che significato ha questo
messaggio? Che cosa dice questo messaggio a me, a te, a tutti noi?
1. Ci dice
semplicemente che questo nostro mondo nel cuore e nella mente di Dio
è la “casa dell’armonia e della pace” ed è il luogo in cui
tutti possono trovare il proprio posto e sentirsi “a casa”,
perché è “cosa buona”. Tutto il creato forma un insieme
armonioso, buono, ma soprattutto gli umani, fatti ad immagine e
somiglianza di Dio, sono un’unica famiglia, in cui le relazioni
sono segnate da una fraternità reale non solo proclamata a parole:
l’altro e l’altra sono il fratello e la sorella da amare, e la
relazione con Dio che è amore, fedeltà, bontà,
si riflette su tutte le relazioni tra gli esseri umani e porta
armonia all’intera creazione. Il mondo di Dio è un mondo in cui
ognuno si sente responsabile dell’altro, del bene dell’altro.
Questa sera, nella riflessione, nel digiuno, nella preghiera, ognuno
di noi, tutti pensiamo nel profondo di noi stessi: non è forse
questo il mondo che io desidero? Non è forse questo il mondo che
tutti portiamo nel cuore? Il mondo che vogliamo non è forse un
mondo di armonia e di pace, in noi stessi, nei rapporti con gli
altri, nelle famiglie, nelle città, nelle e tra le nazioni? E la
vera libertà nella scelta delle strade da percorrere in questo
mondo non è forse solo quella orientata al bene di tutti e
guidata dall’amore?
2. Ma
domandiamoci adesso: è questo il mondo in cui viviamo? Il creato
conserva la sua bellezza che ci riempie di stupore, rimane un’opera
buona. Ma ci sono anche “la violenza, la divisione, lo scontro, la
guerra”. Questo avviene quando l’uomo, vertice della creazione,
lascia di guardare l’orizzonte della bellezza e della bontà e si
chiude...” Dal discorso di Papa Francesco in
occasione della veglia di preghiera per la Pace. Roma,
sagrato di San Pietro, del 7 settembre 2013. Fonte:
http://www.vatican.va/holy_father/francesco/homilies/2013/documents/papa-francesco_20130907_veglia-pace_it.html
xiAd
esempio se per un attimo tutti i testi sacri di tutte le religioni,
venissero spogliati dal loro alone-confine di appartenenza ad un
dato credo storico,
che ne circoscrive in un confine-nicchia
spazio-temporale (collocabile, databile e nominabile: ebraismo,
cristianesimo, buddismo, islamismo, agnosticismo...) il diritto
di cittadinanza, con il quale ogni individuo-uomo-reale
viene annodato al particolare culto, e si iniziasse a
leggerli come documenti storiografici attestanti le geografie
mentali e gli orizzonti immaginativi-attuativi di una storica
figliolanza ad un Dio
che trasborda i confini intellettivi dell'intera umanità,
allora dallo sguardo del lettore verrebbero offuscati i piani
dei contrasti ed emergerebbero le aree e i livelli-nodi
delle condivisioni e delle fratellanze immaginative,
ideative, relazionali che fanno di tali testi delle “tavole di
Consigli” per la permanenza nella Vita medesima. Lo stesso
discorso vale per le scuole di pensiero filosofico o i centri di
ricerca o le correnti pittoriche o scuole economiche o ideologie
politiche... Non si tratterebbe di costruire ad esempio una nuova
religione onnicomprensiva o una nuova filosofia totalizzante
(pericolo di onnipotenza) o una scienza esaustiva di tutto il
sapere... operazioni tutte sommative che non darebbero la conoscenza
del Tutto, ma al contrario andare oltre i confini conflittuali per
edificare una politica della Pace-Conoscenza, del Ben-Essere,
Ben-Amministrare, del Ben-Governare … Riconoscendo che a
Dio non si possono dare confini, isolandolo in una unica
realtà religiosa, e così alla scienza una sola formulazione
di verità, e alla politica una semplice inclinatura direzionale che
riduca tutte le scelte alle convenienze di poche minoranze...
Accettare una visione di realtà ad uno/tutto di visibile/invisibile, implica il focalizzare lo sguardo-mente sulla
linea di quel confine che segna lo snodo in cui si attua il
trasbordare, il tra-passare, dalle logiche restrittive
che danno campo ai sensi comuni dei luoghi comuni, alle
logiche delle accoglienze dei sempre nuovi punti di vista
che danno gli ampliamenti degli orizzonti di
lettura e le moltiplicazioni delle possibilità di azione.
Saggiamente la cultura
ebraica antica sottolineò come a Dio non si potesse dare
un nome, se non quello di: Egli è. Se poi Dio lo si legge
come Colui che dà il luogo-respiro alle individualità
storiche, allora il Cristo ben-disse di chiamarlo: Abba (papà)!
Se poi lo stesso processo vitale si fa contenitore di tutte le vite
singolari, allora intuirono bene le società ancestrali che
lo chiamarono Dio-Mamma, Utero-Nicchia-Casa della Vita in tutte
e tutte le sue forme-campi... Cosi includendo i molteplici guizzi di luce, si comprende bene come Dio,
oltre ad essere Colui che è, è anche Padre-alito
Creatore, Madre-Utero della Vita tutta che prende visibilità nello
stesso essere del creato (San Francesco) all'occhio di ogni
osservatore-creatura, in ogni tempo 0, di quel particolarissimo
presente (il tempo di Dio) che il luogo dell'incontro-contatto tra
il piano dell'invisibile con quello del visibile in cui entrambi si
fanno presenti l'un l'altro (processo di illuminazione dei
buddisti). .. Accettare una tale plasticità di
sguardo-lettura implica un'uscita dalle strettoie ideative,
immaginative, progettuali delle Società ad Isole ed entrare
tutti con pari dignità in un Sistema di sistemi di Viventi
che pulsa, respira, gioisce... a tanti ritmi, a tanti colori, a
tante ideazioni e tanti organismi di organismi eco-Inter-connessi che tendono ad orchestrarsi in una unica
melodia che sappia far toccare il cielo, lo spazio del
divino. Ma per saper attutare un simile salto logico
si richiede all'osservatore un sistema cognitivo ad apertura logica
continua (processo di democratizzazione) con uno sguardo-mente
de-gerarchizzato. “La democrazia è nello stesso processo
vitale, proteso verso il divenire” (da A. Colamonico.
Biostoria. Op. tic. 1998.).
xiiA.
Colamonico. Cambi di paradigma nell’esplorazione biostorica.
In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, gen.- marz. 2006, pp 18-30.
© 12 settembre 2013 Antonia Colamonico.
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Indice
Il piglio
eco-biostorico
Verso una scienza & metodo dello sguardo
Antonia Colamonico © 2013
Premessa
Le trame dei ricami di realtà
Buona lettura.