Viaggio esplorativo in una topologia di sguardo a occhio multiplo
La relazione osservato-osservatore-osservazione in un sistema esplorativo a multi-profondità di spazio in un multi-verso di lettura.
Il nodo di partenza
La Finestra Storiografica (historiographical window).
(da A, Colamonico. Fatto tempo Spazio. Premesse per una didattica sistemica della storia. OPPI Quaderni, Milano 1993, p. 22.)
La stratificazione della finestra storica
è, dunque, una dimensione cognitiva propria dell’organizzazione
analogica del cervello umano (Colamonico, 2008). Essendo la finestra
storico-cognitiva per natura una stratificazione di dinamiche, si
presta ad essere immaginata come tanti fogli trasparenti su ognuno
dei quali l’osservatore ne disegna una, ovvero l’organizzazione
cognitiva della storia, quindi della realtà, è la proiezione su un
piano quadridimensionale (spazio-tempo), non di una porzione di
superficie iper-sferica curvata nella quinta dimensione, ma bensì di
un volume di tale iper-sfera.
Ne
consegue una visione cognitiva della
realtà come proiezione stereografica di un insieme di iper-sfere
penta-dimensionali osculanti, ovvero una specie di “iper-cipolla” che si
presta ad essere sfogliata tema per tema. Risulta evidente che tale
quinta dimensione è una dimensione di
lettura; è esterna all’osservato e riflette il modo di strutturare
la realtà dell’osservatore: - per questo motivo, tale apertura
dimensionale è passata inosservata, in quanto nei ragionamenti,
l’osservatore focalizza la sua attenzione su uno strato della
cipolla (spazio di eventi in relazione logica), non su tutta la
cipolla. La finestra storiografica come stratificazione di
proiezioni, svolge la funzione di campo,
all’interno del quale l’osservatore costruisce le relazioni
fattuali tra i differenti temi. La finestra è dunque
il terreno all’interno del quale si sviluppa il pensiero
analogico-creativo, mentre lo strato della cipolla
è il luogo del pensiero logico-riflessivo in quanto tutto quello che
vi appartiene è già stato strutturato coerentemente. In questa
visione, il pensiero analogico è l’emergenza di un nuovo ordine
logico da una sovrapposizione di differenti ordini indipendenti. Tale
emergenza diventerà a sua volta un nuovo ordine logico che si andrà
ad aggiungere ai precedenti strati proiettivi. In questo lavoro,
partendo dalla distinzione tra storia e storiografia, e ripercorrendo
l’approccio biostorico alla conoscenza, si è mostrato un modello
cognitivo di realtà come multi-proiezione per piani logici, in cui
l’unico motore è il pensiero analogico (de-coerente) che struttura
sacche di logicità. Ne deriva una visione di pensiero a sua volta
come una spugna. (da Gli enti biostorici)
Le carte di lettura semplici mnemotecniche
Catturando
il reale in ogni “respiro” l'umanità ha dato la sua impronta alla vita,
trasudandola in un complesso reticolo di informazioni che ha permesso
la progettazione di quel fitto
tessuto pluridimensionale che chiamiamo realtà narrata, nelle carte
storiografiche, disciplinari. Ogni narrazione parte da un gap
informativo che crea un vuoto di
azione. Lo stesso B. de Finetti sottolinea come ogni scienza parta da
un'azione: - Conoscere per fare, quindi, mai per descrivere o per
fotografare l’esistente! - Antonia Colamonico
Intelaiatura
Metamorfosi
Nido-nicchie
Osservazione
Prove tecniche di Osservazione
Volendo provare a sintetizzare l'esplorazione del campo io-habitat da parte della mente umana, si può parlare di due forme di elaborazioni:
Il viaggio nella realtà della vita è come un lungo cammino nell'oggi-ora (t. 0) in cui ogni nodo-ora si fa anello-punto di congiunzione tra le due possibilità proiettivo-immaginative e quindi osservative. In ogni tempo-adesso (t. 0) è come se si aprissero tre finestre di lettura, una relativa ai già fatto (piano dei fattuali), una relativa ai non ancora fatto (piano dei fattibili) e una che dà lo stato del presente-realtà, come quello che è definito reale, tangibile, sperimentabile. In tale possibilità di dinamismo di scenari immaginativi e osservativi, il soggetto lettore-osservatore indirizza
la sua azione nel vedere, comprendere, definire, mettere in primo
piano, in secondo piano; ora valutando, ora scartando, ora ripescando lampi-quanti-echi informativi che si intessono nel tutto coeso della sua visione allargata a tre possibilità di profondità di spazi. Si può comprendere così la grande importanza storico-politico-economica che assumono le capacità elaborative e immaginative del pensiero che di fatto aprono alle profondità degli spazi osservativi e attuativi.
Come si accrescono le conoscenze informative e processuali, così si
espandono le possibilità elaborative di risposte storiche, c'è una
proporzione che rende vincolate le quantità e qualità di azioni alle
proiezioni di futuri possibili, rielaborate dai passati fattuali. Il
dinamismo del pensiero è nel gioco multi-prospettico che dà le visioni
allargate di ricadute storiche, come un costante dialogare tra un non
c'è più e un non c'è ancora, in un tempo 0:
Acquaviva delle Fonti, 8 aprile 2014
Antonia Colamonico
Prove tecniche di Osservazione
L'osservazione del campo-vitale non procede secondo una struttura a segmento-linea, ma come uno zigzagare in un movimento apparentemente caotico (foto Osservazione). La precisazione è funzionale alla medesima esplorazione, poiché nessun processo osservativo può essere letto come caotico, in quanto c'è sempre un filo logico-emotivo che indirizza l'occhio a catturare degli appigli informativi che agiscono da prese di concretezza. L'osservatore focalizza, di volta in volta, con un atto decisorio il punto-luogo da isolare e, facendo ciò, egli stesso fa emergere da un contorno-campo tutto un'identità che si pone a oggetto nell'azione di lettura:
- Osservando le foto selezionate, si può sperimentare come, dal tutto di ogni immagine, l'osservatore isoli uno o più punti focali che assumono un nome e un significato; ad esempio nell'immagine metamorfosi, l'occhio è catturato dalle evoluzioni della crisalide in farfalla che fanno mettere (nella sua mente) in ombra il ramo che così si colloca nel contorno-sfondo dell'immagine tutta. Il medesimo osservatore scinde il campo di lettura tra un primo piano e un secondo piano, anche se la foto è bidimensionale e quindi non ha profondità, tuttavia mentalmente egli costruisce la scala di posizioni. Il porre in ordine di valore le figure-forme dell'immagine parte da un'aspettativa significante che fa presupporre una metamorfosi e quindi un'evoluzione-trasformazione. Il significato-parola (metamorfosi) dà l'indirizzo-verso nella lettura, incanalando lo sguardo su una traiettoria che in tale immagine si costruisce a successione temporale, seguendo le fasi evolutive. Senza il significato, l'occhio-mente resterebbe bloccato in una non visualizzazione (= azione del rendere-portare a viso).
Il vedere presuppone l'identificazione di un quid informativo e nasce dall'aver interiorizzato e memorizzato un nome-identità che si fa un tutt'uno con la forma-idea chiamata, esempio farfalla, che si riconosce per analogia nell'atto del vedere; così pure nella foto nido-nicchie,
si isolano i buchi-alveoli che si fanno luoghi di apertura per
l'accesso al nido di uccelli tessitori che vivono in colonie, costruendo
ambienti simili a alveari (foto in alto). La chiarezza del significato rende possibile la comprensione
dell'immagine, che presuppone per chi non avesse mai visto un nido di
uccelli tessitori, l'aver almeno una volta visualizzato un nido di api;
la parola nicchia poi esprime una forma a buco-crepa che richiama la
nicchia di un tabernacolo o un buco di tarlo in un legno.
La capacità di costruire il linguaggio è strettamente connessa alla comprensione del campo io-habitat; così come procede l'esplorazione del territorio, così si intensifica il linguaggio che rende dicibile, identificabile e quindi diversificato
lo spazio-habitat in cui muoversi e agire. Nel corso dei millenni
l'umanità ha sviluppato una pluralità di linguaggi e con essi una
molteplicità di letture organizzative a più strati-campi degli ambienti io-mondo. Ogni lettura è uno scavare l'ambiente per cavar-fuori una qualche forma di ragionamento che possa spiegare il perché e il come di quell'avvistato-isolato-definito-compreso:
- Ogni azione di lettura parte da una risposta storica, da un evento-fatto antecedente che si pone a radice-nodo della proiezione ragionata, cioè è un atto cosciente che si organizza nella mente-cervello di un osservatore-agente, emergendo da un vuoto cognitivo e come in una bottiglia d'acqua si fa strada una bollicina d'aria, emergendo in superficie, così l'idea-spettro di un'azione-lettura passata prende casa nel pensiero e in tale assunzione di forma-fatto presente (t. 0) ogni avvistato si rende spendibile in un'ipotesi di risposta futura. Tale abilità del cervello di richiamare a mente le conoscenza regresse (echi informativi), oggi è anche suffragata dagli studi delle neuroscienze che parlano di neuroni a specchio che funzionerebbero da collettori informativi.
Certo
alcune risposte insorgono in modo più immediato, tanto da far parlare
di fluidità del pensiero, altre richiedono tempi d'elaborazione più
lunghi, alcune sono più prevedibili, altre più inconsuete per cui si è
portati ad immaginare da un lato una forma di automatismo che renda "naturali" certe risposte e dall'altro una forma di strozzatura-inghiottitoio che renda difficoltosa l'insorgenza di tal altre, lette come non congruenti; ma questa ritmata e miscelata manifestazione di immagini-parole-forme, non autorizza a negare la presa di coscienza nella scelta identificativa:
- Proprio in ciò è il limite di certe scuole di pensiero che hanno aperto all'irrazionalismo, giustificandolo a entroterra di un gesto insolito, come una forma di spaesamento cognitivo che porterebbe alle azioni irresponsabili. Nessuna azione storica prende luogo da una non conoscenza, poiché il non conoscere presuppone un'assenza di elementi costitutivi di una qualche forma, quindi un nulla di immaginato e di visualizzato, mentre il cervello si muove con una forma di rispecchiamento costante che fa da cassa di risonanza al confrontare e al ridefinire continuamente le molteplici forme di realtà identificate nei molteplici tempi 0 di presente.
Si pensi anche alle correnti di avanguardia di inizio '900 che hanno esaltato lo sguardo schizoide dell'artista, come se in tale scelta di realizzazione pittorica non ci fosse stata una chiara consapevolezza del salto di prospettiva da attuare nella rappresentazione. Anche quella che si definisce follia è una presa di posizione storica anche se da un punto inconsueto, che apre ad un altro universo rappresentativo che costruisce i differenti significati e le altre forme di realtà, spendibili in azioni storiche.
Si Immagini infine U. Boccioni dipingere a casaccio "La risata"
(1911) senza seguire un filo logico-immaginativo, chiaro e ben
delineato nella sua mente, infatti, a prova della sua grande
consapevolezza attuativa, egli stesso in uno scritto del 1914 dice:
[...] Noi
creiamo con ciò una nuova concezione dell’oggetto:
l’oggetto-ambiente, concepito come una nuova unità indivisibile.
Dunque se per gli impressionisti l’oggetto è un nucleo di
vibrazioni che appaiono come colore, per noi futuristi l’oggetto è
inoltre un nucleo di direzioni che appaiono come forma. Nella
caratteristica potenzialità di queste direzioni noi troviamo lo
stato d’animo plastico . [...] U. Boccioni, Pittura scultura
futuriste, Edizioni futuriste di Poesia, Milano 1914.
Volendo provare a sintetizzare l'esplorazione del campo io-habitat da parte della mente umana, si può parlare di due forme di elaborazioni:
- una che fa da collante tra le conoscenze pregresse - sguardo rivolto al passato - azione del ruminare che dà forma al pensiero logico;
- una che apre ai nuovi percorsi di spazi non ancora identificati e non ancora tracciati - sguardo rivolto al futuro - azione del creare con l'organizzazione del pensiero analogico che non va confuso con l'illogico (privo di una logica), ma quale altro modo di esprimere la logica. Biostoricamente parlando, il pensiero analogico è il "motore" di sacche sempre nuove di logicità.
- In tale viaggiare nella conoscenza del campo io-habitat, il pensiero-mente edifica una fitta attività eco-inter-connettiva, mettendo in rete l'io-sé con il campo-habitat, tale intreccio eco-informativo si può chiamare la Coscienza storica.
Ogni uomo sviluppa e implementa con una molteplicità di appigli-tessiture la sua particolare coscienza che si fa impronta identificativa della sua univocità vitale. Anche gli studi sul cervello oggi parlano di impronta informativa al singolare che ogni cervello sviluppa in relazione alle sue peculiarità biologiche e socio-culturali che rendono diversificati gli apprendimenti e di riflesso le letture di realtà che fanno da entroterra informativo delle possibilità di risposte storiche. In tale elaborazione di consapevolezza si tesse la relazione tra l'aspetto prettamente biofisico-corporeo di ogni soggetto-uomo e le potenzialità-approdi di evoluzioni culturali e sociali, tanto da rendere modificabili le risposte-azioni (plasticità):
- L'apprendimento è un tutt'uno con la vita. Non si possono scindere i piani delle conoscenze da quelli delle azioni, il sapere o non sapere come e perché fare è la vera molla che fa da acceleratore/deceleratore storico, per cui se si vorranno decelerare i processi, necessiterà agire sugli apprendimenti, minandone le qualità e le quantità, viceversa se si vorranno accelerare ed evolvere in funzione di un benessere personale e collettivo, puntare alla formazione consapevole delle potenzialità della coscienza del ruolo storico.
Si comprende così come l'aver guardato all'uomo-massa
nel 1900 sia stata una trappola storica che ha prodotto la perdita
della consapevolezza del personale ruolo partecipativo alla vita. Solo
il puntare all'uomo-soggetto consapevolmente e attivamente partecipativo
è scelta di libertà. Chi ha paura della coscienza individuale è di fatto un tiranno
che non sa e non vuole riconoscere nell'altro la capacità del saper
elaborare una risposta storica, quella logica a Caino del mondo più
volte descritta nei quaderni di biostoria. Si spiegano, così, le esplosioni/implosioni di tirannie e di democrazie che segnano lo stato di salute dei sistemi e delle menti-leder storici.
D'altro canto è sulle medesime quantità e qualità informative e procedurali che si creano i gradi di maggiore o minore potere, poiché il possedere o no le informazioni, con i livelli evolutivi delle possibili tendenze dei fatti, si fa garanzia di libertà o di dominio. In
tal senso il vero valore di una opposizione parlamentare costruttiva
non è nella semplice rincorsa del potere, come spesso intesa dalle
logiche di partito che puntano al sorpasso, ma essere servo-testimone di echi divulgativi degli intricati silenzi che minando la giusta conoscenza dei fatti, rendono schiavizzate le coscienze comuni e personali:
- La storia non ammette ambiguità essendo coerenza evolutiva che parte da una variegata possibilità di scelte individuo-campo. Ogni scelta, una volta attuata, chiude una certa possibilità attuativa e apre una particolare cresta evolutiva che produce il conseguente raccolto-frutto di quei pensati e immaginati. Le quantità e le qualità dei raccolti fattuali saranno in proporzione ai gradi di generosità storica con cui si è osservato, agito e seminato in un particolare momento 0 (zero) di presente.
Acquaviva delle Fonti, 8 aprile 2014
Antonia Colamonico