Da: Il piglio Eco-Biostorico
Il soggetto oggettivante
Intrecci significativi
Antonia Colamonico © 2013
Intrecci significativi
Antonia Colamonico © 2013
"... Esiste
un indissolubile legame che vincola l'osservatore
all'osservato, rendendoli un organismo unico a
cosmo, ma come accade per la Luna, in tale dualità si mostra
sempre e solamente una sola faccia: l'oggetto
d'osservazione. Il lato luminoso del sistema vitale è lo
spazio esterno all'io/sé, quello spaccato di vita che si pone di
fronte, come luogo dell'oltre la membrana che isola l'occhio
osservatore, rendendo questo l'estraneo del campo, l'alieno di
quell'area che si colora di: cielo, stelle, prati e fiori, volti e
sorrisi, parole e teoremi, macchine... e tutto l'altro ancora.
L'universo-campo
pone in ombra l'occhio-mente del soggetto lettore, quella
soggettività indagatrice e contemplante che, di
individuo in individuo, attraversa la trama complessa della storia,
rendendola “cosa viva”. In quest'ombra che ci appartiene più
dello stesso oggetto amato e apostrofato, si tesse la fitta
rete informativa di quel flusso di continuum d'insieme,
che rende i due una cosa sola, per sempre, nel
complesso gioco dell'intravedere. È il soggetto
l'occhio-filtro, il punto
0 di
partenza, di tutto quel complesso di reali che
si dischiude, rivelandosi come il diverso dal sé. ..." (Da. A. Colamonico. Lo sguardo biostorico tra echi di realtà e tempi 0. Il ruolo storico dell'Osservatore nella costruzione della realtà multi-proiettiva. Il punto 0 - © 2011 Il filo, Bari)
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La Realtà oggettivata
L’anima
bisogna crearla, inalare ciò che inspira, immaginarla: darle voce.
Incarnarla è l’opera umana, l’umana fedeltà a sé, il poetico è
ascoltarla, fare del suo soffio un verbo, di quel verbo un altro
inizio, un’altra unica creazione. Hugo Mujica.
In
un sistema
reticolare a nodi-finestrei
appare subito la differenza tra un'indagine
a libro
che dà le letture
uni-direzionali-sequenzialiii
- inerenti
al senso-verso stesso di lettura che rende obbligata la successione di
periodi-parole, dall'inizio alla fine pagina - da quella a
parole-calde
che aprono lo sguardo alle molteplici direzioni dei multi-campo
della rete,
in cui l'occhio-mente si posiziona a punto
adimensionale,
aperto ad una molteplicità di indirizzi-versi visivi.
Dimenticando che
ogni epoca ha sviluppato il suo sistema di lettura e scrittura,
funzionale alla medesima operatività, è come se si continuasse a
voler scrivere con la scrittura cuneiforme, ritenendo quella
alfabetica riduttiva di ricchezza espressiva, non comprendendo che
ogni sistema s'incarna in un'economia di tempo
funzionale alle evoluzioni-accelerazioni economico-culturali;
tanto che oggi un semplice sistema di scrittura alfabetica non è più
idoneo alla velocità del sistema a nanosecondiv.
Perdere
il valore limitante del modello-carta, porta il mondo
filosofico-scientifico e con esso tutto il sistema storico-fattuale
che si accorpa e organizza intorno, alla generalizzazione
dei processi di conoscenza che perdono il
significato di abito-vestito soggettivo e si
fanno realtà oggettiva, come un insieme di verità, racchiuse e
forgiate (finite), facilmente interscambiabili e intercomunicanti tra
individuo e individuo, tra generazioni e generazioni, epoche e
epoche, senza l'attività partecipativa del soggetto
ricevente:
- Errore in cui ogni uomo può cadere, se portato a credere le sue letture di realtà corrispondenti automaticamente non solo alla natura in sé, ma a quelle esperite e sviluppate dagli altri osservatori-sguardi, per scandalizzarsi, magari, quando scopre delle sfumature altre di significati che modificano l'inclinazione del senso da lui inteso e trasmesso. Da tale incapacità a leggere le geografie mentali, nascono in gran parte le incomprensioni.
La
scoperta della plasticità della
conoscenza-linguaggio-parola-coscienza... si manifesta in modo
evidente, anche all'occhio più distratto, con una breve passeggiata
in internet per una ricerca di informazioni, cosa che tutti
oggi possono sperimentare.
Ogni
indirizzare lo sguardo è una scelta di campo-verso che richiede una
partecipazione (atto consapevole) alla creazione dell'ordine
informativo, infatti:
- In
tale postazione di lettura, la capacità
decisoria
dell'organizzazione del campo-testo non ricade solamente sul
narratore-ideatore della pagina
web,
su cui l'osservatore sta indagando, come avviene nel percorso a
libro, ma è condivisa tra il lettore e il narratore, essendo
prevista una mobilità
di costruzione
nella successione delle sequenze informative, con il salto registro
da temporale a spaziale:
- vedere il tempo non equivale al vedere lo spazioiii!
In
tale essere co-decisore si crea nella mente-sguardo osservante-lettore un
dinamismo maggiore che dà una sensazione di maggiore libertà non
solo nella direzione dell'occhio, ma nelle stesse connessioni tra i
significati che si aprono a struttura a rosa, similare a quella di
una fioritura, come se fosse un fuoco
pirotecnico
che emerga da un buio visivoiv:
- Se si riflette un po' in tale elasticità e ampiezza visiva, c'è una forma di anarchia (fuori dalla gerarchia) di lettura che spiega in parte la notevole opposizione, almeno in Italia, all'uso degli elaboratori elettronici su larga scala.
Ancora oggi ci sono
persone che dichiarano la loro avversione al mondo della rete,
rivelando una rigidità-fissità d'occhio-mente per tutto ciò che crea
spaesamento mentale ed operativo (incapacità
a gestire l'imprevisto), quasi come se la mano si rifiutasse a
muoversi sulla tastiera e l'occhio a leggere una videata o il
cervello a pensare e comprendere; da tale incapacità a gestire la
maggiore libertà nascono le crociate contro internet con
l'esaltazione dei libri come se fossero dei feticci.
I modelli di lettura e lo sviluppo cognitivo
Analizzando
meglio gli stati cognitivi dell'apertura di una videata si coglie
come la prima impressione che l'osservatore riceve è
un senso di sbandamento per un'eccedenza
dell'offerta informativa intorno alle parole
impostate, che rendono molteplici i campi di lettura
che si presentano come oggetti-chiusi che necessitano
di un'apertura, una forma di forzatura del sistema-monitor
che si spiega al comando del dito che clicca, facendo aprire una
nuova finestra (azione molto amata dai bambini con i video-game) come
se fosse un rapporto a utero-fetovi.
L'apertura
della nuova videata, offre all'occhio una nuova complessità sempre
d'aprire e da esplorare a più sguardi.
In
tali processi operativi dal punto di vista cognitivo, si crea
un'accelerazione delle capacità connettive ed
analogiche del pensiero che assume un andamento a singhiozzo
e una struttura a spugna con le fioriture di
campi e le ramificazioni di unità-informative a
differente ampiezza-profondità (creste informative).
Dal sistema a libro a quello a finestra
Rispetto
alla semplice lettura a libro cosa è cambiato, non certo l'attività
elaborativa del cervello, che sia con il sistema a libro che con
quello a videata decodifica e codificare le informazioni per
apprenderle e trasferirle in altri contesti, ma quello che sta mutando in
modo evidente è la durata stessa di ogni singola
insorgenza-risposta operazionale della mente:
- nel
sistema
a libro
si può parlare di lentezza
cognitiva
che dà un ritmo più cadenzato, ritmato all'azione di lettura-apprendimento,
mentre nel sistema
a videata
c'è un forma di convulsione
informativa
che richiede da parte del lettore una maggiore mobilità dell'occhio-mente (apertura logica con relativa importanza a saper gestire il personale apprendimento) e da parte dell'ideatore
della pagina
una certa arguzia
d'impaginazione
per catturare l'attenzione su quei punti
caldi,
magari di altro colore, che egli ritiene più significativi da
trasmettere e far memorizzare, essendo i nodi che aprono ad altre creste evolutive (struttura a spugna).
In
tale operazione di rendere
interessante
a
sotto-campi ristretti
tutta quella variegata
molteplicità
dell'offerta
di:
fatti, detti, prodotti, società, ricerche, immagini, opinioni...
si
sviluppa da un punto di vista operazionale un tessuto
poroso, a
sistema carsico,
con pieni e vuoti (sotto-pagine linkate) che si annidano
come tante stanze
in stanze
(rapporto utero-feto), dando la sensazione di custodire un segreto tutto da svelare, come in una caccia
al tesoro, scoprendo gli indizi, per poi interpretarli e rendere noto il mistero.
Dal
punto di vista dell'organizzazione
un sito,
ad esempio, è una nicchia criptata (utero)che cela un abbaglio
informativo
(feto)che
chiede di essere decriptato, come se si fosse in un sistema
crittografico di spionaggiovii.
In tale stato di celato-nascosto, il
senso profondo dell'informazione si svela
non inseguendo la linea di lettura (sistema a libro-occhio a linea), ma solo in
proporzione all'abilità di navigazione e alla curiosità
dell'osservatore-lettore:
- Più fine è il suo occhio più alto sarà il suo grado d'apprendimento, che richiede la personale partecipazione, per cui le quantità e le qualità informative non saranno uguali per tutti i lettori, ma vincolate alla capacità d'esplorazione che essi stessi sapranno apprendere e sviluppare.
In tale abilità
e agilità d'organizzazione,
oggi i giovani sono bravissimi, mostrando una celerità di sguardo
che è un riflesso della stessa celerità della loro mente (salto generazionale)
e non una superficialità d'attenzione come molti adulti cercano di
veicolare, sminuendone il valore.
Si
potrebbe dire che la costruzione di un sito-nicchia
implichi un valore aggiunto, non essendo una semplice
trasmissione di un verso di ideazioni comprese, ma una
trasmissione che è attenta alle libertà del destinatario.
C'è,
quindi, un surplus di attenzione-tenerezza
dialogica che sdoppia l'occhio-mente scrittore a più
punti-nidi di organizzazione del messaggio,
i punti-chiave, che una volta catturata l'attenzione
dall'osservatore-lettore, lo incamminano verso un livello più
profondo a multi-strato di significati (struttura multi-proiettiva) che possa far nascere in lui o le
corrispondenze o le dissidenze informative ed emotive, con i contorni
di indifferenze:
- Per
essere più espliciti con un sistema
a videate-finestre
si crea una maggiore
profondità di sguardo
con un migliore senso di libertà che rende le comunicazioni più
intricate e, in tal senso, più coinvolgenti, anche, emotivamente.
Si
spiega così quel senso di smarrimento
liberatorio
che si innesca nell'azione di ricerca in rete che fa scolorare la
consapevolezza del campo-habitat (con tutte le sue problematiche) e
rende attentissimi
alle moltiplicative operazioni di lettura, in tale perdere il
contorno casa-ufficio-classe... si esalta la funzione elaborativa del
cervello di ogni individuo e si crea un'accelerazione dei processi di
apprendimento privati e collettivi con la moltiplicazione delle
possibilità operative che rendono meno dittatoriali le conoscenze e
quindi più libero e intraprendente tutto il Sistema-Paese:
- È come se l'intero Patrimonio Culturale ed economico di una Società-Nazione si quintuplicasse in un take-off esponenziale in grado d'accorciare la distanza dall'infinitoviii. Un sistema d'apprendimento, quindi, che rende più vicini allo sguardo di Dio direbbero gli antichi profeti, in quanto rende l'occhio-uomo attento alle più piccole percezioni (lettura dei segni-appigli) che aprono agli effetti farfalla, con uno sviluppo di benevolenza verso l'imprevisto, fattosi sistema di apprendimento (crollo della rigidità mentale e ideologica).
La democratizzazione dello sguardo-mente
Ad
un occhio attendo che analizza i due sistemi di letturaix,
appare evidente come si sia innescata una democratizzazione
attraverso lo stesso sistema
di lettura-scrittura
con un'esplosione di produzioni che richiedono uno sguardolente
più affinato, in grado di aprirsi agli ordini multipli dai
significati allargati a multi-strato e a multi-verso:
- quegli ordini complessi che rendono le letture più naturali, aderenti (a pelle) alla ricchezza delle dinamiche storico-fattuali di una Creazione in eterno divenire. Quindi quello sguardo carezzevole identificativo del modo cristologico di esercitare la cittadinanza nella storia.
Saggio-nicchia a nido informativo: Il piglio eco-biostorico, 2013
E cosa più bella, tale sistema a finestre è un'organizzazione di lettura de-gerarchizzata, in grado di far crollare le tirannie politiche ed economiche o editoriali e accademiche o dottrinali e ghettizzanti dei baroni della conoscenza, poco disposti a spezzare gratuitamente con tutti il pane delle parole, e sono proprio loro oggi i più inesperti nell'esplorazione e nella realizzazione informatizzata che invece di ammettere la privata ignoranza, cercano di fare resistenza al divenire e quindi si pongono a dis-informatori storici in nome di una tradizione de-storicizzata (fuori dalla storia-bios).
In
tale chiudere gli occhi al cambiamento si confonde
l'autoritarismo con l'autorevolezza che nasce dal riconoscimento del
valore, basato sulla preparazione-competenza-disponibilità
all'ascolto e non sugli arrivismi e le lotte di potere da primi della
classe (quello sguardo di Caino in altre pagine analizzato).
La
mancanza d'attenzione al campo crea le chiusure
ideologiche che rendono vuote le parole (retorica) e vecchie le comunicazioni stesse, in
tal senso i giovani, educati sulle nuove competenze
tecnologiche, hanno una maggiore permeabilità alla vita,
un occhio meno superficiale e una forma di distacco verso il
possesso, in tal senso sono anche più fragili e si spiega anche in
ciò il fatto che le logiche a libro abbiano
ingabbiato il sistema salariale, creando la
povertà giovanile, almeno in Italia. Presi dalla ricerca in
rete, i giovani perdono di vista il lato lucrativo dell'azione e finiscono con il non saper difendere l'impegno-ore
del loro lavoro
intellettuale che viene fatto passare come semplice piacere-gioco (area
dell'ozio). Non è un caso che molti giovani informatici siano
sotto-pagati in proporzione alle ore e ore di impegno, letto da chi non è
in grado di fare il loro lavoro, come una sorta di gioco di dadi.
Non si può non ricordare che in
Italia c'è stata negli anni '80 una forte opposizione al cambiamento e, cosa grave,
non solo negli ambienti conservatori, ma da parte degli stessi
presunti democratici che lo leggevano come una forma
di nefasto capitalismo, estendendo la loro
avversione, da guerra fredda, per gli USA alla medesima società
informaticax. Personalmente ho vissuto questa forma di ghettizzazione, avendo avuto sin dal '85 la consapevolezza della ricaduta innovativa della nuova tecnologia sul pensiero, tanto da elaborare una didattica a finestre-campi per lo studio della storia e della letteratura:
- In tale chiusura di occhi-sguardi, purtroppo, si è accumulato il ritardo cognitivo e operazionale della stessa Nazione Italia, tanto che oggi la maggior parte dei giovani ha un semplice rapporto d'intrattenimento con il PC e con Internet, non avendo fatto comprendere loro, da parte della classe e genitoriale e docente e politica e economica e sindacale (congiuntura negativa) la portata epocale della crescita esponenziale delle conoscenze con la conseguenziale amplificazione dei processi di immaginazione ed d'oggettivazione della realtà (take-off culturale-democratico).
Dopo
questa passeggiata negli ordini delle conoscenze, si osservi (immagini a lato) come un
sistema a libro appaia piatto, uni-forme con un'impostazione "ego-metrica", mentre un sito
sia una cosa quasi viva, palpitante a multi-linguaggio e a
multi-senso, similare a quella molteplicità di segni da captare dell'occhio cristologico, precedentemente
posizionato.
In
una nicchia-sito, ogni rilevazione dimostra di fatto all'osservatore
storico che attua la lettura, come si costruisca un
nido
in rete,
in cui custodire
una inclinazione-verso
di realtà compresa che si faccia opportunità in divenire,
vestendo le percezioni, le impressioni e gli interessi con
significativa
ragionevolezze,
soggette a continue correzioni (cosa impossibile nel libro) che
mutando i punti di vista rendono la plasticità
dell'ascolto-osservazione-mente-vita-lettura,
in virtù di una percezione-eco
altro che richiede un nuovo modellamento con un'adeguata
rivisitazione sia del significato e sia dello sguardoxi:
- tutto
il processo in sintesi di codifica
e decodifica,
ordine
e disordine
per ordinare di nuovo, del ragionare
con sé di sé nel mondo, in-formato di sé.
Il
giro di parole serve a rendere come di fatto il passaggio da una
visione
statica
di conoscenza ad una dinamica
crei le correnti
dei ri-modellamenti eco-inter-di-pendenti
tra l'individuo e il campo, tanto da assumere l'uno il contorno
dell'altro
(topologia)
e
in tale contornarsi, vicendevolmente, si apprendono e si adeguano,
divenendo un
unicumxii:
- e i due saranno una cosa sola!
La topologia di una Carta a uno/Tutto
Tutto
questo processo del definire per ridefinire di nuovo - coscienza per
coscienza, individuo per individuo, società per società, spazio per
spazio, attimo per attimo - altro non è che il naturale modo
degli osservatori (ogni uomo) di appropriarsi della
realtà filtrandola in una molteplicità di
rappresentazioni-carte-campi (interni-esterni)
a Io/Mondo,
su cui si possa prendere posizione con rapporti di simpatia/antipatia/indifferenza
che facciano sentire più o meno integrati, più o meno amati.
Ogni
acquisizione non è un semplice insieme di bit-informativi,
bensì una carta cognitiva quale campo ordinato
a molteplici registri informativi, i quali danno la
struttura a multi-strato, a multi-faccia e a multi-sentimento dei
significati, onde sapersi orientare con sicurezza e celerità nella vita in
cui ogni uomo è immersoxiii.
Ogni carta è un paesaggio di un sistema-modello
che è memorizzato e depositato nei registri della memoria, che rende pronti (ogni uomo) a rispondere agli eventi, cioè quel percorso
d'apprendimento, funzionale alla cittadinanza nella vita:
- come
ad esempio, tutti quei processi biofisici del connettomaxiv
che stanno ora mappando i neuroscienziati, cercando d'entrare nelle
trame
profonde
del dinamismo di un cervello per rilevarne l'impronta
a spugna,
identificativa,
come quella di un pollice.
- È
l'uomo
che dà lo stato di oggetto ogni qual
volta apre una campo di osservazione,
in cui isola delle parti del tutto e le pone a res-cognitiva,
cosa da conoscere.
- La vita non è né oggettiva, né soggettiva, semplicemente è!
Oltre il sistema Moderno
Il
salto di paradigma da “visione statica” a “visione plastica”
del paradigma eco-biostorico, in un certo qual modo fu
messa in luce dallo stesso David Hume (1711-1776) quando criticò,
nel Trattato sulla Natura Umanaxvi,
il moralismo di una forma d'io-categorico
con affermazioni coercitive (da fanatismo ideologico di una fissità
dell'occhio-mente) con cui si saltava, nelle trattazioni filosofiche o
etiche, da un è a un deve essere:
“... In ogni sistema morale in cui
finora mi sono imbattuto, ho sempre trovato che l'autore va avanti
per un po' ragionando nel modo più consueto, e afferma l'esistenza
di un Dio, o fa delle osservazioni sulle cose umane; poi tutto a un
tratto scopro con sorpresa che al posto delle abituali copule, è o
non è, incontro solo proposizioni che sono collegate con un deve o un
non deve; si tratta di un cambiamento impercettibile, ma che ha,
tuttavia, la più grande importanza. Infatti, dato che questi deve, o
non deve, esprimono una nuova relazione o una nuova affermazione, è
necessario che siano osservati e spiegati; e che allo stesso tempo si
dia una ragione per ciò che sembra del tutto inconcepibile ovvero
che questa nuova relazione possa costituire una deduzione da altre
relazioni da essa completamente differenti ...”xvii
Estendendo
la sua riflessione a tutte le tipologie di scritture, comprese quelle
scientifiche:
- dire, ad esempio, la mela è rossa, non equivale al dire la mela deve essere rossa, infatti c'è tutta una casistica variegata di forme e colori di mele; l'esempio fa comprendere come sia facile fare un salto di registro espositivo, passando da una frase descrittiva-esplicativa (la mela è rossa) di una qualità sperimentata ad un'espressione imperativa-impositiva (la mela deve essere rossa) di un ordine di qualità obbligata.
Errore
in cui caddero in molti, nel periodo delle facili inquisitorie
da
cacce
alle streghe,
non solo concernenti gli aspetti teologali delle questioni o delle
azioni, in senso stretto, si pensi alle guerre di religione nel
secolo precedente a quello dello storico; ma anche in relazione alle questioni accademiche,
filosofiche, politiche, economiche, pedagogiche, in senso lato, che
produssero gli irrigidimenti ideologici e le imposizioni dei punti di
vista, con tutte le dispute su cosa fosse meglio dire e non dire,
sostenere e non sostenere, vedere e non vedere...
La
critica di scetticismo,
con cui ancora oggi è etichettato il filosofo e storico scozzese
nasce in parte da una negativa
lettura della sua accortezza
osservativa - naturalismoxviii
-
che lo portava ad invitare gli interlocutori-menti a non
affrettare le conclusioni
nel formulare dei giudizi
chiusi,
ferreixix,
vere gabbie
di pregiudizio, esercitando
una sospensione
del giudizio
(3° occhio a posizione utopica) similmente
a quella
esortazione
di Cristo ai discepoli a
non
giudicare,
imparando a mutare la posizionare dell'occhio-mente, in relazione ad
altri punti di vista, su altri piani di lettura, su altri orizzonti
osservativi, su altre tipologie di fenomeni:- In tale apertura arguta e generosa degli spazi-tempi-fatti-nomi-cose-individui si dà alla mente un'altra possibilità di significato storico, rendendo le osservazioni-letture più aderenti (rapporto abito-pelle) al modo moltiplicativo di Dio nella creazione, assumendo una propensione alla benevolenza (etica gentile) nei confronti delle diversità storiche e sociali e fenomeniche.
Riflettendo
con un simile sguardolente, il naturalismo evidenziato da D. Hume potrebbe
essere posto come il germe-nodo
storico in grado di
preannunciare
l'evoluzione-cresta storica
di quell'effetto
farfalla
che lega le dinamiche vitali alle
variazioni
minime dei processi iniziali
che moltiplicano gli andamenti con le creste evolutive, aprendo a
quel versetto “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap. 21,5):
- lettura
potenziata di realtà,
isolata da E. N. Lorenz nel 1963,
che ha trasformato l'errore in un'apertura creativa, quindi non più
come una negazione di verità, ma una ricchezza di possibilità
altra della stessa verità, svincolata dall'astrattezza della
carta-mappa ed incarnata, iscritta nello stesso processo vitale.
- Lettura
che come ricaduta
sulla mente-pensiero
dell'osservatore (ogni uomo) offre la possibilità di inforcare
degli occhiali-sguardi nuovi con scenari di mondi nuovi,
in cui la benevolenza
dello sguardo (cristologico), precedentemente posto, si faccia un
tutt'uno con lo stesso metodo scientifico. Vera riconciliazione in
grado di sanare quella frattura da sguardi uni-direzionali e
uni-organizzativi, precedentemente analizzata, quando si è posto il
confronto tra lo sguardo galileiano e quello cristologico.
- in
tale continua
riscrittura
l'osservatore esplica a pieno il suo ruolo di lettore-cantore
della vita
in tutte e tutte le sue forme che lo aprono alle molteplici
discipline e ai moltiplicativi sguardi altri (dinamismo) che nelle loro incompletezze osservative
particolari, si fanno insiemi di completezza-democrazia.
La
“visione plastica eco-biostorica”xx,
si gioca tutta su questo equivoco gnoseologico isolato,
in Fatto tempo spazio (A. Colamonico, 1993) tra una lettura che
blocca e ferma la realtà in una carta-fotogrammaxxi
che tende a ingiallirsi nel tempo (lettura esclusiva a linea) e
una lettura che lascia scorrere la vita,
inseguendone con zoomate, le evoluzioni, come in un
film a più trame (lettura inclusiva a raggiera), da scienza&metodo dello sguardo.
L'errore di lettura tra storia e storiografia
La
confusione tra storia-bios e
storiografia-scrittura della biosxxii
- (in senso lato) ha fatto peccare di titanismo il
mondo della ricerca e con esso quelli connessi di talune scienze
politiche, economiche, sociologiche, pedagogiche... che hanno
spadroneggiato sino a tutto il '900 con le gravi conseguenze
storico-sociali di un Sistema Mondo a grandi sacche di tirannia-povertà,
poiché:
- confondere
la spiegazione
logica
e la dimostrazione
scientifica
di alcune “teste ben fatte” direbbe E. Morinxxiii
con il verso
della vita, a 360°, è una mancanza di concretezza, oltre
che pochezza immaginativa con una ricaduta sulle pochezze
etiche, politiche, scientifiche, economiche, pedagogiche... con
connesse conseguenze fattuali che hanno aperto e aprono ai
conflitti, alle ingiustizie, alle condanne, alle cerchie di classi e
sottoclassi di umanità.
- Confondere la vita che si pone a contenitore-matrice del
contenuto-cervello umano che la elabora (solamente) in carte
esplicative, influenzate dai sui stessi limiti costituzionali,
cognitivi, immaginativi, strumentali, emozionali, esperienziali, è
una strettoia cognitiva che si fa ignoranza personale,
sociale, epocale;
un novello oscurantismo direbbero gli illuministi, in cui al
vecchio inquisitore papale dell'epoca galileiana si sostituisce il nuovo inquisitore biofisico-genetico
che impone le razze, le selezioni di massa, le selezioni di sementi,
le selezioni di parole, di idee, di cure, di sguardi, di umanità. Negando le
cittadinanze (bio-potere) a tutte quelle diversità naturali che il suo occhio
riduttivo legge quali errori della natura da correggere o curare o reprimere.
- In tale scrivere la vita si fa il suo sguardo-mente
un tutt'uno con essa come quell'unicum del testo sacro in cui i due si fanno una cosa sola a
contenitore-matrice
e contenuto-scrittura,
o se si preferisce un'altra metafora a legame
campo-seme che si
ap-prestano
insieme a fare fruttare i raccolti, o un'altra ancora a utero-feto (l'altro livello dello sguardo, sistema a 2 occhi).
- tra un non
sapere
se il cervello umano sia libero di percepire, immaginare e ideare o
se sia allacciato con dei sensori in un una mente-contenitore
pensante al posto suo;
La realtà ragionata
Accettare il limite della ragione, è
bene precisare, per non essere tacciati di relativismo e
pressapochismo dalle menti uni-direzionali facili a
scandalizzarsi, non implica la sconfessione di tutto quanto il sapere, se mai porre un
freno
allo stato di dominio
costruito su tale sapere che porta
a fermare il divenire
nelle baronie degli autoritarismi:
- si
pensi al gioco di alcune case farmaceutiche o di alcune
multi-nazionali che hanno bloccato le ricerche dei settori
alternativi, impedendo altre forme di procedure-tecnologie, magari a costi
molto più convenienti. In tale mancanza di coscienziosità si
rivela il pericolo di una
scienza
oggettiva, scientifica, denaturata, de-cosciente,
svincolata
da una verifica costante sulla tenuta del
significato
stesso dell'azione del ricercare (osservatore dell'osservatore) che porta a scolorare nella
coscienza dello scienziato o politico o economista... l'uomo
come valore e a porre il mercato
come forma di autentica idolatria.
Porre il
soggettivismo della conoscenza,
sia chiaro non
è un'azione di demolizione della scienza o dell'esplorazione
scientifica della natura o dell'etica in senso stretto, ma
semplicemente la presa di consapevolezza che qualsia
affermazione risultante dalle
osservazioni-dimostrazioni-verificazioni deve lasciare aperta
una finestra alla possibilità altra che naturalmente
biforchi tale lettura e renda più arricchita la
conoscenza, come un porgere la guancia a un altro schiaffo di
verità:
- Ogni schiaffo-appiglio è un risveglio di concretezza, un'immersione nella vita che genera le metamorfosi che fanno della crisalide una bellissima farfalla.
Consapevolezza che nasce dal sapere che ogni
descrizione ha in sé un barlume d'invenzionexxv
che si genera automaticamente per colmare i vuoti
informativi di una realtà che all'occhio umano appare lacunosa, a
campo-nicchie di pieno/vuoto, dei visti e non visti, dei visibili e
invisibili:
- quei vuoti/pieni di spugna descritti in altre pagine che si fanno la vera ricchezza immaginativa, ideativa e attuativa dell'intera umanità che sa rileggere e rileggersi, effetto zoom, spingendo lo sguardo sino alla frontiera ultima dell'intero universo-cosmo o fino alla piega più intima del suo cuore, facendo emergere come tanti giochi frattali, sospesi sul vuoto di un non visto che si fa utero-matrice della vita (a 360°); tutti quei molteplici abbagli-quanti informativi che si fanno prese di realtà a multi-campo, a multi-verso, a multi-disciplina.
Sulla zona del non visto si gioca la
scommessa della risposta alla vita, poiché
l'osservatore spingendo l'occhio-mente, sino al confine ultimo che
schiude al nulla di parola, strappa un fonema, un
guizzo che si fanno sillaba-forma, parola-sagoma,
periodo-campo, racconto-figura di veridicità storica e
intorno a tale intessitura, il vuoto e il pieno di parola-segno si
incontrano, si incarnano in una visione a uno/Tutto, aperta al
divenire dello “spazio-tempo-fatto" di ogni quanto storico”xxvi:
- Gli stessi nomi sono semplici particelle qualificative, costruzioni della coscienza umana poiché la vita in sé non ha nome, non è oggetto o soggetto, non ha campi-limiti o frontiere e cosa più importante non ha regole che corrispondano in tutto e per tutto ai modelli-carte elaborati dalla mente-uomo. Nessuna disciplina, anche la più sofisticata, argomentata e riproducibile, può dichiarare di possedere le chiavi della costruzione della vita, essendo ogni lettura una interpretazione ragionevole di un quid che resta in massima parte oltre lo stesso campo visivo.
- Le stesse visualizzazioni non sono il modo naturale degli stati della vita, ma il modo naturale dello stato del cervello-uomo di rappresentare, immaginare, raffigurare e raccontare il suo sé nel mondo, diveniente.
Il sistema a uno/Tutto dei campi di studio
la
vita è narrata in relazione a molteplici campi di studio
ed assume ora la forma di un processo matematico, ora di
un'organizzazione biologica, ora di un processo fisico-dinamico, ora
di una valenza etica, ora di un'incidenza pedagogica, ora di una
raffigurazione estetica e ora di un ordine politico (congiuntura positiva):
- Ogni
lettura è un'economia
di spesa
(in-vesti-mento),
spendibile nelle azioni vitali; ogni rilevazione è un semplice
vestito
che la mente stessa dell'osservatore storico elabora in relazione ad
una molteplicità di corrispondenze rilevate tra un fenomeno e una
spiegazione logica che allacciandosi in un tessuto narrativo fanno
della relazione vita-osservatore una realtà oggettivata, forgiata,
spiegata.
Nessuna
narrazione è in grado di contenere tutto il processo vitale, esso
trasborda i limiti umani e in tale trasbordare rende sciocche tutte
le pretese tiranniche di chi vuole imprigionare la vita in una carta,
presentata come lettura definitiva, tanto che è
la stessa natura a stravolgere e sconvolgere la stessa scienza ogni qual volta essa crede di essere approdata al mistero
della vita che di fatto fa resistenza alle verità
di carta.
Quello che è certo,
tuttavia, è che esiste un legame tra lo sguardo-mente uomo e
le tipologie di verità che di volta in volta vengono
rilevate ed elaborate, tanto che la realtà assume sempre più la
proprietà della creta, la plasticità
appunto, poiché organizzabile in relazione al
contenitore in cui è inglobata.
Ogni contenitore disciplinare è un
semplice campo di lettura che rende diversificata la
medesima natura, che assume volto-spiegazione all'interno della carta
epistemologico-disciplinare con cui è identificata e
inquadrata.
- Si comprende allora che la coscienza umana ha la sola consapevolezza di una realtà raccontata, non l'oggetto in sé, ma solo una parcellizzata lettura di un non so ché che si lascia avvistare dall'occhio-mente osservatore, riflettendogli quello che egli stesso decide di captare e trasformare da quanto storico (campo dell'ignoto) a quanto informativo (campo del noto).
Volendo ricorrere ad un immagine,
allora la realtà è un segnale-eco che la mente osservatore
capta (funzione di antenna della spugna del pensiero) e
grazie ad operazioni naturali - incarnate nella medesima
struttura corporea - e a strumenti di amplificazione del segnale, da
egli stesso prodotte, traduce in immagini, forme, movimenti,
corposità, consistenze, reazioni...
Tutte quelle molteplici forme che si
fanno oggetti di studio delle medesime branche scientifiche:
- Se l'organizzazione della realtà è indirizzata dallo sguardo-mente, allora ogni dimostrazione è solo un'interpretazione soggettiva che tende a farsi oggettivante, cioè a dare lo stato di oggetto-orma ad un quid che resta oltre.
La gerarchia semplice tecnica di conoscenza
Si comprende allora la portata di tale
rilettura della conoscenza, in quanto tutte le consapevolezze umane
da quelle etiche a quelle economico-politiche, da quelle fisiche a
quelle biologiche... sono tutte soggette ad essere riscritte, senza pretese
di onniscenza da primi della classe (gabbia ideologica in cui sono
caduti molti scienziati o economisti o teologi... aprendo ai
conflitti ideologici).
Esistono solo dei gradi di
comprensione che si pongono in relazione alle geografie
mentali, evolutesi nel corso degli stessi processi
d'apprendimento che trasformano, non solo il singolo
individuo, ma le Società tutte (economia della conoscenza).
- Se l'uomo è un semplice orecchio-occhio che capta il segnale-eco della vita, allora le antiche scritture contenevano dei margini di verità, non solo teologiche, ma scientifiche. Sembrerebbe quasi che quel dualismo posto da G. Galilei, sicuramente per salvarsi il collo, possa essere accorpato intorno all'unica verità di una creazione, in cui il Dio-creatore, informando di sé (eco storico), rende informata ogni creatura, a 360° gradi, in ogni tempo 0 di presente.
Crollano così tutti i castelli delle
presunzioni che rendono l'umanità scissa in caste-classi e con esse
le conoscenze-discipline a molteplici gerarchie d'importanza storica
(primato dell'economia sull'etica o l'estetica o la poetica).
Il gerarchizzare essendo
un semplice espediente mnemotecnico, è solo un
criterio di lettura per orientarsi nella complessità
dei segnali-echi storici, per cui come cambiano gli
orientamenti-orizzonti osservativi, così cambiano le gerarchie
informative. Come mutano le consapevolezze, così mutano gli
stati di potere tra le cose-individui (logica da-gerarchizzata e
de-gerarchizzante di una mente plastica).
Per cui viene riconfermato
quel guizzo informativo del testo sacro
che fece parlare di creta,
come impasto che può prendere forma molteplice, in virtù di una
mano sapiente
che sa forgiare quella sagoma deforme in oggetto finito:
- metafora-verità che è stata una delle prime scoperte dell'uomo che osservando e contemplando il manifestarsi della vita è approdato alla proprietà più profonda dello stesso divenire dell'io nel mondo di Dio.
Naturalezza adornata
(© Foto M. Mastroleo, 2013)
__________________
iiA.
Colamonico. Edgar
Morin and Biohistory: the story of a paternity.
In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A
Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor &
Francis Group - Routledge, August 2005.
iiiA.
Colamonico. Fatto tempo spazio. Op. cit. OPPI, Milano
1993.
ivA.
Colamonico. Biostoria. Op. cit. Il filo, Bari 1998.
v“...
misi subito a fuoco che il limite ad una visione allargata che oggi
chiamo approccio biostorico, era l'utilizzo di un semplice codice
alfabetico e per questo lo affiancai a delle visualizzazioni
grafiche e geometriche. Iniziai a scarabocchiare fughe di linee,
cerchi, punti, slogan di parole e mi resi conto che ormai la mia
mente era in grado di vedere gli enunciati, di proiettarli in tempi
e spazi passato-futuri e di elaborarli in ordini differenti di
lettura. ...” da A. Colamonico. Biostoria, op. cit. premessa, p.
7. Il filo, 1998.
viA.
Colamonico. Edgar
Morin and Biohistory: the story of a paternity.
Op. cit. In World Futures, 2005.
viiNon
è un caso che i primi elaboratori siano nati per fini bellici, lo
stesso Turing sviluppò la sua macchina per decifrare i codici
segreti tedeschi. A. Hodges. Alan Turing. Una storia di
enigma. Bollati Boringhieri, 2012.
viiiA.
Colamonico. Dall’esplorazione biostorica alla geografia del
Pensiero Complesso, in AA VV, Cultura e Pedagogia della
Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.
ixA.
Colamonico. Fatto tempo spazio. Op. cit. OPPI, Milano
1993.
xP.
Manacorda. Lavoro e intelligenza nell'età microelettronica.
Feltrinelli, 1984.
xiA.
Colamonico. Come è nata la scienza e metodo Biostoria.
In Il grido © 2011
xiiA.
Colamonico, M. Mastroleo. La
geometria della mente nel salto eco-biostorico.
Verso
una Topologia a occhio infinito della relazione Mente/Mondo.
©
Il Filo, Bari 2010.
xiiiL'idea
dell'immersione richiama lo stato iniziale della vita, quell'utero
materno con liquido amniotico che a culla l'avvolge
e dà casa alle moltiplicazioni dello zigote.
È un cambio di sguardo da una lettura a successione lineare ad una
di campi a contenitore/contenuto.
A, Colamonico. Biostoria, op. cit. Il Filo, Bari 1998.
xivH.
S. Seung. Connectome: How the Brain's Wiring Makes Us
Who We Are. New York: Houghton Mifflin Harcout (2012)
xvModificata,
in tale contesto, perde il significato negativo che è
solitamente attribuito, per assumere il senso di soggetto a
modifiche in relazione al mutamento storico-vitale del campo stesso
di lettura.
xviD.
Hume. Trattato sulla natura umana a cura di P.
Guglielmoni. Bompiani, 2001.
xviiD.
Hume. Opere filosofiche, vol. I, Trattato sulla
natura umana (pp. 496 e 497). Laterza, 2008,
xviii“...
Hume vuol essere “il filosofo della natura umana”. “La natura
umana, egli scrive, è la sola scienza dell'uomo; eppure è stata
sinora la più trascurata” … In realtà tutte le scienze si
riallacciano alla natura umana, anche quelle che ne sembrano più
indipendenti come la matematica, la fisica, e la religione naturale;
poiché anche queste fanno parte delle conoscenze dell'uomo e sono
giudicate dai poteri e dalle facoltà umane. Perciò il solo mezzo
per condurre avanti la ricerca filosofica e quello di indirizzarla
direttamente verso il suo centro, che è la natura umana; dalla
quale si potrà poi muover agevolmente alla conquista delle altre
scienze che sono tutte più o meno legate con essa.” Da N.
Abbagnano. La storia della filosofia. Vol. 2°, pag
366. UTET, 1969.
xix“”...
Ha cercato di sottrarre l'etica e la politica alle loro imposizioni
metafisiche riconducendo l'origine e la validità di esse a bisogni
e o esigenze umane. Ha, soprattutto ristretto la capacità
conoscitiva della ragione al dominio del probabile. Egli ammette,
bensì che ci sia un campo di conoscenze nel quale l'uomo può
conseguire la certezza della dimostrazione; ma restringe questo
campo “alla quantità e al numero” cioè al dominio astratto o
formale in cui non si fa alcun riferimento alle cose reali. ...”
Da N. Abbagnano, op. cit. p.367.
xxA.
Colamonico. Edgar
Morin and Biohistory: the story of a paternity.
In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A
Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor &
Francis Group - Routledge, August 2005.
xxiA.
Colamonico. Biostoria. ,Op. cit. Il Filo, Bari 1998.
xxiiA.
Colamonico. Fatto tempo spazio. Op. cit. OPPI, Milano
1993.
xxiiiE.
Morin. La testa ben fatta. Riforma dell'insegnamento e riforma
del pensiero. Raffaello Cortina, Milano 2000
xxiv
H. Putnam. Brains
in a Vat
(in Reason, Truth and History, Cambridge University Press, Cambridge
1981, pp.1-21): “... Immaginate
che un essere umano (potete immaginare di essere voi) sia stato
sottoposto ad un’operazione da parte di uno scienziato malvagio.
Il cervello di quella persona (il vostro cervello) è stato rimosso
dal corpo e messo in un’ampolla piena di sostanze chimiche che lo
tengono in vita. Le terminazioni nervose sono state connesse ad un
computer superscientifico che fa sì che la persona a cui appartiene
il cervello abbia l’illusione che tutto sia perfettamente normale.
Sembra che ci siano persone, oggetti, il cielo ecc., ma in realtà
l’esperienza della persona (la vostra esperienza) è in tutto e
per tutto il risultato degli impulsi elettronici che viaggiano dal
computer alle terminazioni nervose. Il computer è così abile che
se la persona cerca di alzare il braccio la risposta del computer
farà sì che "veda" e "senta" il braccio che si
alza. Inoltre, variando il programma lo scienziato malvagio può far
sì che la vittima "esperisca" (ovvero allucini) qualsiasi
situazione o ambiente lo scienziato voglia. Può anche offuscare il
ricordo dell’operazione al cervello, in modo che la vittima abbia
l’impressione di essere sempre stata in quell’ambiente. [...]
Potremmo anche immaginare che tutti gli esseri umani ... siano
cervelli in un’ampolla. Naturalmente lo scienziato malvagio
dovrebbe trovarsi al di fuori. Dovrebbe? Magari non esiste nessuno
scienziato malvagio; magari l’universo ... consiste solo di
macchinari automatici che badano a un’ampolla piena di cervelli.
Supponiamo che il macchinario automatico sia programmato per dare a
tutti noi un’allucinazione collettiva ... Quando sembra a me di
star parlando a voi, sembra a voi di star ascoltando le mie parole.
Naturalmente le mie parole non giungono per davvero alle vostre
orecchie, dato che non avete (vere) orecchie, né io ho una vera
bocca e una vera lingua. Invece, quando produco le mie parole quel
che succede è che gli impulsi efferenti viaggiano dal mio cervello
al computer, che fa sì che io ‘senta’ la mia stessa voce che
dice quelle parole e ‘senta’ la lingua muoversi, ecc., e anche
che voi ‘udiate’ le mie parole, mi ‘vediate’ parlare, ecc.
In questo caso, in un certo senso io e voi siamo davvero in
comunicazione. Io non mi inganno sulla vostra esistenza reale, ma
solo sull’esistenza del vostro corpo e del mondo esterno, cervelli
esclusi...”;
Ragione,
verità e storia.
Il saggiatore, 1985. Altre letture consigliate di H Putnam:
.Mente,
linguaggio e realtà,
tr. it. di R. Cordeschi, Adelphi, 1987 - Il
pragmatismo: una questione aperta,
tr. it. di M. Dell'Utri, Laterza, 1992 - Rappresentazione
e realtà,
tr. it. di N. Guicciardini, Garzanti, 1993.
xxvE
viceversa ogni invenzione ha in sé un barlume di verità, spetta
all'occhio-mente dell'osservatore saper discernere e nel farlo
sdoganare la coscienza dalle strettoie di un moralismo
generalizzante e di uno scetticismo annichilente che, letti con un
occhio eco-biostorico, sono le due facce di una stessa medaglia di
una conoscenza de-naturalizzata e de-personalizzata che si fa
strettoia immaginativa, espositiva e attuativa; tutti quei
formalismi che Cristo invita a tenere sotto controllo, partendo dal
proprio sé. Modi che rivelano un'incapacità a leggere a
tutto tondo la vita come dialogica
individuo-campo che insieme si allacciano e si
vincolano.
© 7 ottobre 2013 Antonia Colamonico
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Come è nata la scienza & metodo Biostoria
I nidi informativi
Imparare
le tecniche di navigazione per viaggiare nelle conoscenze
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