I ciliegi nascondevano nel bianco i rami, quegli stessi rami che tra poco più di un mese si sarebbero ricoperti di verde e di rosso. La fioritura di quei campi le ricordò la sua terra e il profumo delle zagare che non ti lasciava.
Agata, riprese a leggere: - d’adulti si è come a sei anni. A tale età si raggiunge lo stato d’equilibrio della fase infantile che permette di essere intraprendenti e fiduciosi verso la vita.
Guardò di nuovo fuori dalla finestra verso la campagna.
La nostra epoca atea - pensò - ha sostituito i confessori con gli psicologi, introducendo un nuovo rapporto di sudditanza, basato sulla scienza.
I suoi occhi fissi al di là del vetro di quella finestra che delimitava il suo spazio vitale, intravidero lo spaccato di infinito. L’azzurro del cielo era qua e là interrotto da bianche nuvole informi che aspettavano di essere definite.
Si rivide sulle dune con i suoi fratelli rincorrere velieri, greggi, montagne di gelato, volti bonari. Quante volte avevano giocato a tuffarsi verso l’alto e i loro cuori si erano sentiti incantati dalle incognite del domani.
C’era un qualcosa racchiusa in quella struttura quadrata di legno e vetro che la fissava. Come un non detto che voleva interferire nella sua azione di lettura, impedendole di proseguire: - dallo studio dei comportamenti nelle situazioni di gioco è possibile costruire l’immagine adulta.
Di nuovo, Agata si fermò. Si sentiva chiamata da un occhio che non voleva restare assente.
Un occhio che la fissava da quella trasparenza e la costringeva ad alzare il capo.
Quella calamita evanescente che si riempiva di immagini di cielo in un attimo catturò tutti i raggi del suo campo e li riflesse, amplificati, nella piega del suo cuore e con seta cucì in un insieme quelle frazioni di vissuto con quel intero di Eternità.
Intorno si era fatto silenzio grave e tutto si era fermato.
Nota autrice.
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