- Poesia 1^ classificata: Hane Wong di Paola Bianchi
Hane Wong
Piccola
magra innocenza
celata da strato di belletto
e suoi occhi
hanno imparato
a non vedere
preda
offerta all’ultimo gradino
di collettività non più umana
immondo coacervo
di nuclei corrotti
– da lontano volano –
brama appagamento
dell’orribile istinto
Hane Wong
pensa a quando potrà
tornare a giocare
con la bambola
ha dimenticato
la lacrime a casa.
Recensione: Questa lirica, scritta con linguaggio forbito ed efficace, denuncia con chiarezza un mondo sommerso fatto di soprusi, disagi, sofferenza, solitudine, di preda offerta
“… all’ultimo gradino/ di una collettività non più umana/ immondo coacervo di nuclei corrotti … - da lontano volando – brama appagamento/ all’orribile istinto…”
Apre il sipario della vita e lo scenario rivela paura, terrore, spavento per uno dei crimini più abbietto. Scompaiono i colori, tramontano le certezze e tutto sembra sfumare negli occhi di un bambina alla quale viene negata l’infanzia e la gioia di poter giocare con la bambola.
Il messaggio che si legge fra le righe si perde in silenzi oscuri e nella mancata possibilità di poter piangere per chi “… ha dimenticato le lacrime a casa.”
- Poesia 2^ classificata: Matera 2 Luglio di Angelo Sala
la festa
del 2 luglio?
Per mano me
ne andavo
con mio padre,
vestito buono e
zucchero filato,
dietro le marce
che lui
fischiettava.
E banda e
gente che
gridava
in quella
piazza piena
di colori.
Cavalli e
cavalieri
come scorta
del sacro che
muoveva in
cartapesta,
in un tripudio,
apice di
festa,
la mano forte
stretta
a quella mia.
Te lo ricordi il
turco
che vendeva
confetti adatti per i
fumatori
e i
madonnari
sparsi
per le vie?
E poi la ressa,
pagana
tradizione,
per
conquistar
trofei
di carta
straccia
come amuleti
contro
malasorte
vera padrona
della
mia terra.
Te la ricordi
mamma?
Preparava le
tipiche
fragranze di paese
a respirar la gioia
dell’estate
e le vacanze tanto
aspettate.
Ricordami, ti
prego,
quei sapori,
non trovo più
la forza
nei colori
sbiaditi
con il
tempo
che ha
perduto,
quei volti,
i sogni e
quella
voglia
di esser
per un
dì quel
ragazzino.
Recensione: Questa lirica è un’invocazione, un canto dove la parola serve a dar voce ai moti del cuore. L'autore vive l'interrogativo esistenziale del ricordo e il rimpianto di aver perso con esso ”… i sapori, la forza dei colori, i volti, i sogni e quella voglia di essere per un dì quel ragazzino.” Vari e variegati gli scenari “ … quella piazza piena di colori, cavalli e cavalieri, il turco, i madonnari e di contro gli idoli che si muovevano come cartapesta, trofei di cartastraccia e amuleti contro la malasorte vera padrona della terra mia … “ che riflettono la ricchezza morale di una vita trascorsa a rincorrere la speranza. “ … ricordami , ti prego … “ di cambiare il mondo colmo di idoli e false icone per ritornare ... a quei sapori “ primordiali.
L’io poetico si identifica con lo spazio e il tempo, il paesaggio diventa vissuto, il descrivere tenerezza quando l’immagine si personifica nel bambino che si tiene stretto alla mano del papà,visione che diventa idillio nel ricordo della mamma, fermo-immagine accattivante ed esplicativo di una realtà impastata di “… sacro e profano …” di personaggi che diventano icone, interazione, presente, passato, la storia; tante immagini che, come acquarello, scorrono fluide sulla tela dei ricordi.
- Poesia 3^ classificata: Forse è vero di Antonio Colandrea
Forse è vero
che l’onda che ci
squassa
è solo un vento leggero
che sfronda
una lama
affilata che
monda
la dura scorza
sul tronco
ammassata
E necessario
è subire la potatura
perdendo per la
strada
residui di memorie
cumuli di odi
amori ed altre storie
perché la fresa che
lima via le scorie
a nucleo d’oro
finissimo
riduce
dono da riportare
all’altre
sponde
li dove tutto è luce
tutto rifonde
Recensione: E’ scorrevole la lettura di questa poesia in cui l’uso di un linguaggio semplice e deciso non lascia trapelare tristezza o malinconia ma il dubbio nella consapevolezza che “ … l’onda che ci squassa è solo un vento leggero che sfronda …” e che la potatura è necessaria per perdere strada facendo “… residui di memoria, cumuli d’odio, amori ed altre storie … “ per ridurre tutto all’essenziale, dono prezioso, da presentare il al cospetto del Signore. Il concetto di morte è percepito non come qualcosa che fa paura, ma come cristiana accettazione della fine dei giorni.
Essenziale è il valore della parola e chiaro il messaggio che si legge fra le righe: parole “ … come lama affilata che monda la dura scorza sul tronco ammassata …” richiesta esplicita di vivere “ ... lì dove tutto è luce e tutto si rifonde. “
La Commissione
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