- Cullata dal tempo -
"Che mi cerchino domani. Oggi ho appuntamento con le rondini."
J C Andrade
J C Andrade
Biostoricamente il tempo è il fuori della vita. Lo osserviamo solo come mutamento di spazio-forma, susseguirsi delle stagioni, ma non possiamo descriverne il colore, il suono, l'odore...
- Semplice, il tempo è solo "presente" come "tempo 0" che segna il nodo di partenza del mutamento a seguito dell'informazione-evento. Cerco di essere + chiara: nella dinamica degli spazi, visti come degli in/formati, abbiamo l'evento-fatto come il perturbatore-informazione che in/forma di sé lo spazio; nello spazio in/formato ogni perturbazione segna una micro-frattura che modifica la direzione della cresta storica, il pieno di spugna. Il tempo è il momento di partenza (tempo 0) del cambiamento di direzione, per cui il tempo nasce/muore simultaneamente:
- nel nascere crea la partenza del cambiamento, nel morire lascia un eco-informativo di sé che permane all'infinito... essendo un eco è il vuoto della nicchia storica per cui non è visibile, ma è un eco-ricordo, misurabile tramite le de/formaAzioni delle forme - le variazioni di spazio.
- La dinamica frattale dello spazio, a seguito delle perturbazioni storiche, genera un tempo frattale che procede, nascendo/morendo, di pari passo con lo spazio - la spugna storica.
- La misura del tempo è una convenzione per classificare, catalogare, ordinare le conoscenze dello spazio... la misura del tempo dà le sequenze temporali... il ritmo... ma è discrezionale agli stati dell'osservatore.
- La memoria storica crea le ciclicità temporali... che a guardare bene sono relative alle memorie degli spazi-campi che procedono come un'alternanza di ordine/disordine.
Da un punto di vista biostorico la realtà prende forma nello stato di presente, il tempo 0 che si pone come l'unica dimensione di realtà (per questo preziosissima e saper essere a tempo con il tempo implica la presenza nella vita).
Il passato e il futuro sono echi storici (le 3 mappe di biostoria, pag. 35, 36, 39), come la memoria informativa di dinamiche evolutive.
La coscienza elabora le proiezioni-immaginazioni (immaginazione non ha un'accezione negativa, ma semplicemente il senso di immagine+azione = azione del creare immagini). La realtà quindi viene dilatata nel passato-futuro, ma è una semplice proiezione di spazi-tempi. Si guardi le mappe dei tempi in cui parlo di "scaglie di tempo" come tempo 0, le scaglie sono i quanti-luce di presente... per cui si hanno una varietà di "carte di tempo" in relazione alle posizioni-proiezioni di lettura (pagg. 48-50).
Ora secondo quello che si evince dagli studi quantistici... la coscienza come memoria è intrinseca agli spazi tutti, per cui ogni individuo-campo segue una direzione-evoluzione storica, in funzione di un quid informativo che lo distingue, l'evoluzione non è scontata, richiede una negoziazione con il campo vitale = dialogica individuo/nicchia.
Nel gruppo di FB "il paradigma biostorico", c'è un riferimento di Paolo Manzelli sulla "memoria dell'acqua"... ne parlò al convegno di Firenze sulla biodiversità Daniela Biganzoli; poi c'è uno di Ignazio Licata sull'intelligenza come processo biologico naturale.
Secondo il paradigma biostorico il salto epocale è nella scoperta della vita come processo storico. A base della dinamica biostorica c'è il quanto storico-informativo come "fatto-tempo-spazio" che si presenta come "pro-motore di vita", nell'attimo in cui si attualizza ed è osservato-letto si evolve in evento storico ed assume un detto-data-luogo...
Il quanto storico se letto si pone come evento storico o quanto informativo. L'informazione è la deformazione dello spazio che permane come eco-storico, che si presta ad essere letto da un
osservatore.
Premetto che Tutto è Storia-Vita (= biostoria che definisco scienza delle scienze, come (mata)scienza... come la membrana che racchiude le scienze), poiché tutto acquista uno spazio-tempo-fatto, in tale porgersi della Vita, essa assume realtà-forma, a tempo 0.
Solo nella lettura, in relazione a quelle che sono le tipologie di occhiali-carte (+ o - scientifiche) si attribuisce una nomenclatura: il secondo atto dell'azione del conoscere, dopo l'aver creato-circoscritto un "isolato cognitivo", è l'attribuzione di un nome.
Il dare il nome alle perturbazioni dei quanti storici rientra nell'azione di lettura, occhio-mente dell'osservatore, che se è un fisico o un biologo o un medico o un compositore o un pittore... darà un nome funzionale al suo campo d'indagine. Stando così... tutti osservano le stesse cose e su quelle medesime manifestazioni di vita, ognuno elabora la sua versione di realtà: parlo di versione (= dare il verso-direzione) in quanto noi possediamo solo le "carte di realtà" e queste sono vincolanti/vincolate ai modi dell'osservatore.
Il tempo 0, come tempo vitale è fuori dalle scale di lettura temporali, è un'incognita che resta nella zona d'ombra del buio cognitivo... per quanto l'uomo possa raffinare gli oggetti di lettura, non potrà mai leggere la dinamica vitale nel suo costruirsi a tempo 0.
C'è, storicamente parlando, uno scarto spazio-temporale tra il quanto storico e il quanto informativo, questo si pone come un dopo... se pure di millesimi di millesimi di nanosecondi...
Il tempo 0 è il buio quantico da cui come una gemma (gemmare... gemmazione) prende corpo la vita, il passaggio da uno stato vitale ad un altro implica una rottura di simmetria/creazione di simmetria... morte/vita... buio/luce... non-letto/letto... non-detto/detto...
Il buio/luce sono l'abbraccio vitale che rende la vita non scontata, non gestibile da un occhio osservatore-umano... a meno ché, folle!!!
Ogni qual volta l'uomo ha preteso di possedere la certezza storica, ha innescato cataclismi con moria di uomini, di oggetti, di natura... in tale presunzione ha rivelato la sua immensa stupidità!
Dedico questa pagina al caro amico, Mario Esposito, che ha contribuito con le sue riflessioni alla realizzazione della stessa!
- Mario Esposito: @ Antonia
Molto interessante la tua descrizione del tempo, anche se mi piacerebbe capire se ne hai una visione "assoluta" (quando dici che il tempo è solo presente) o legata alla scala di osservazione... ma non ho capito se intendi il tempo come un'entità storica a livello subatomico così come a livello umano... come correli questa visione alla dimensione fisica, biologica, psichica ecc... del tempo e ai processi di emergenza e di auto-organizzazione? Infine, nella visione biostorica l'entropia che ruolo ha?
http://www.scribd.com/doc/31364813/I-tempi-del-Tempo
http://go2.wordpress.com/?
http://samgha.files.wordpr
http://www.brain2brain.net/index.php?option=com_content&task=view&id=324
http://www.fantappie.it/licata.htm
http://dabpensiero.wordpress.com/2010/04/19/lacqua-e-la-vita-di-paolo-manzelli/
http://www.facebook.com/group.php?gid=44552352550&ref=ts
http://biostoria.blogspot.com/2010/05/oltre-edagar-morin-lintreccio-vitale.html